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Quali sono le responsabilità del datore di lavoro in caso di infortunio?

Elsa Marino
Elsa Marino
2025-07-28 19:43:05
Numero di risposte : 28
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Nel caso di infortunio sul lavoro è obbligatoria la trasmissione del certificato di infortunio da parte del medico che ha prestato assistenza sanitaria, nonché della denuncia telematica dell’infortunio all’Inail da parte del datore di lavoro. La denuncia di infortunio è obbligatoria nel caso di infortuni con conseguenze superiori ai tre giorni di prognosi. Il termine per l’inoltro della denuncia è di due giorni per gli infortuni con prognosi superiore a 3 giorni, escluso quello dell’evento, e di 24 ore per gli infortuni mortali o con prognosi riservata. Con l’invio telematico della denuncia di infortunio è assolto anche l’obbligo del datore di lavoro di denunciare l’infortunio all’autorità di Pubblica Sicurezza. La denuncia di infortunio sul lavoro va effettuata telematicamente. Per la compilazione e la trasmissione della denuncia di infortunio sul lavoro è disponibile sul portale Inail il servizio denuncia/comunicazione d’infortunio.
Adriana Bianchi
Adriana Bianchi
2025-07-21 16:27:27
Numero di risposte : 30
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Il datore di lavoro ha il dovere di: Garantire un ambiente di lavoro sicuro, adottando tutte le misure di prevenzione previste dalla legge. Formare adeguatamente i dipendenti sulle procedure di sicurezza e sull’uso corretto delle attrezzature. Fornire dispositivi di protezione individuale (DPI) idonei al tipo di lavoro svolto. Effettuare valutazioni dei rischi e aggiornare periodicamente il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR). Segnalare immediatamente gli infortuni e collaborare con l’INAIL per la gestione delle pratiche di indennizzo. Se il datore di lavoro non rispetta questi obblighi, può essere ritenuto responsabile civilmente e penalmente dell’infortunio subito dal dipendente. L’articolo 2087 del Codice Civile stabilisce che: “L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro.” Questa norma impone al datore di lavoro un obbligo di sicurezza nei confronti dei dipendenti, rendendolo responsabile degli infortuni subiti dai lavoratori se non dimostra di aver adottato tutte le misure necessarie per evitarli. Un infortunio è considerato sul lavoro quando: Si verifica durante l’orario di lavoro e nello svolgimento delle mansioni assegnate. Accade in occasione di lavoro, anche se al di fuori della sede aziendale. È riconducibile a cause legate all’attività lavorativa, comprese carenze nelle misure di sicurezza adottate dall’azienda.

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Monia Farina
Monia Farina
2025-07-13 09:35:59
Numero di risposte : 28
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Il datore di lavoro è responsabile dell’adozione e del rispetto delle misure di sicurezza previste dal Decreto Legislativo 81/2008. La legge, infatti, gli impone l’obbligo di garantire un ambiente lavorativo sicuro, con una corretta valutazione dei rischi e l’implementazione di misure preventive adeguate. La mancata osservanza di tali obblighi può comportare responsabilità civili e penali. Il datore di lavoro può essere chiamato a rispondere civilmente e penalmente in caso di infortunio. A livello penale, può essere imputato per lesioni colpose o addirittura omicidio colposo ai sensi degli artt. 589 e 590 del Codice Penale. Per quanto riguarda la responsabilità civile, invece, il lavoratore danneggiato può richiedere un risarcimento danni ai sensi degli artt. 2087 e 2043 del Codice Civile. In questi casi il datore di lavoro si potrebbe ritrovare a risarcire non solo il danno biologico, ma anche il danno morale, quando è dimostrata la negligenza o imperizia.
Franco Costa
Franco Costa
2025-07-03 10:52:06
Numero di risposte : 25
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Il datore di lavoro deve adottare tutte le misure necessarie per tutelare l'integrità fisica e psichica dei lavoratori, valutando preventivamente i rischi, eliminandoli alla fonte ove possibile, e aggiornando costantemente le misure preventive. Il datore di lavoro ha l'obbligo di informazione, formazione e addestramento dei dipendenti, nonché la sorveglianza sanitaria periodica. La responsabilità civile ricade sul datore di lavoro qualora un infortunio sia riconducibile alla mancata adozione di misure di sicurezza adeguate. Il datore di lavoro può delegare alcune funzioni in materia di sicurezza, garantendo un’efficace distribuzione delle responsabilità, purché la delega sia formalizzata in un atto scritto con data certa e il delegato abbia i requisiti di professionalità ed esperienza necessari. Il datore di lavoro rimane responsabile della vigilanza e del controllo sul corretto svolgimento delle mansioni delegate. Il datore di lavoro non può trasferire obblighi fondamentali come la valutazione dei rischi e la redazione del Documento di Valutazione dei Rischi.

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Shaira Mancini
Shaira Mancini
2025-07-03 09:45:49
Numero di risposte : 25
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La sentenza della Corte di Cassazione del 26 marzo scorso ha sottolineato che la negligenza del lavoratore nel rispettare le prescrizioni della normativa antinfortunistica non è di per sé sufficiente a esimere il datore di lavoro dalla responsabilità. La mancanza o la limitata attuazione di misure di sicurezza, come la mancata informazione, formazione o addestramento del lavoratore, l’utilizzo di macchine e dispositivi di protezione non conformi, può estendere la sfera di rischio del datore di lavoro. Il datore di lavoro può essere ritenuto responsabile anche per comportamenti imprudenti dei dipendenti se non ha adottato le misure necessarie per prevenire tali comportamenti. Tuttavia, la sentenza chiarisce che la colpa del lavoratore non esonera automaticamente il datore di lavoro dalla sua responsabilità. Quest’ultimo può essere esonerato solo se dimostra che il comportamento del lavoratore è stato completamente imprevedibile o anomalo e che ha causato direttamente l’evento infortunistico. È fondamentale che il datore di lavoro adotti tutte le misure necessarie per garantire un ambiente di lavoro sicuro e che fornisca ai lavoratori la formazione e le informazioni necessarie per svolgere le proprie mansioni in modo sicuro.
Nico Silvestri
Nico Silvestri
2025-07-03 07:56:04
Numero di risposte : 36
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Il datore di lavoro è tenuto a implementare e far rispettare misure di sicurezza adeguate, e a controllare che le stesse siano osservate dai lavoratori. La responsabilità del datore di lavoro non viene automaticamente esclusa anche di fronte a comportamenti negligenti o imprudenti dei lavoratori, che possano contribuire al verificarsi di un infortunio. Il datore di lavoro è tenuto a prevedere anche le azioni imprudenti dei dipendenti, ma non quelle completamente fuori da ogni logica previsionale. Qualora l’evento sia riconducibile alla violazione di una molteplicità di disposizioni in materia di prevenzione e sicurezza del lavoro, il comportamento del lavoratore che abbia disapplicato elementari norme di sicurezza non può considerarsi eccentrico o esorbitante dall’area di rischio propria del titolare della posizione di garanzia. In caso di comportamento negligente, imprudente e imperito del lavoratore, il datore di lavoro può andare esente da responsabilità solo ove egli abbia predisposto anche quelle cautele che sono finalizzate proprio alla disciplina e al governo del rischio del comportamento imprudente del lavoratore.

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Fortunata Damico
Fortunata Damico
2025-07-03 07:50:58
Numero di risposte : 34
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In caso di infortuni e malattie, la responsabilità del datore di lavoro sorge quando non vengono osservati gli obblighi imposti dalla legge per la tutela del lavoratore. In queste circostanze possono essere riconosciuti tre tipi di responsabilità: Responsabilità civile – prevede che il datore di lavoro adotti tutte le misure per tutelare l’integrità fisica e la personalità morale di ogni dipendente. In base all’articolo 2049 c.c., il titolare è responsabile anche quando l’omissione delle misure di sicurezza viene effettuata da un’altra persona direttamente incaricata dallo stesso datore di lavoro. Il datore di lavoro ha l’obbligo di collocare impianti, apparecchi e segnali che permettono di prevenire disastri e infortuni. In assenza di queste misure di prevenzione, se si verifica un incidente, il responsabile può essere anche punito con la reclusione. Una volta accertata la colpa il dipendente ha diritto al risarcimento. La copertura assicurativa INAIL permette di far fronte alle necessità del dipendente in questo momento di difficoltà. Nel caso in cui l’indennizzo non copra l’intero risarcimento (riconosciuto civilmente) spetterà al datore, risultato penalmente responsabile, coprire il risarcimento mancante. Se invece non risulta responsabilità penale, il datore di lavoro viene esonerato ed è compito dell’INAL risarcire l’infortunato.
Filomena De rosa
Filomena De rosa
2025-06-24 00:12:10
Numero di risposte : 34
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Il datore di lavoro non è esente dalla responsabilità per le lesioni causate da un infortunio sul lavoro, anche se il lavoratore adempie con negligenza alle prescrizioni della normativa antinfortunistica. In sintesi, l’impresa è responsabile anche quando il dipendente ha attuato comportamenti irresponsabili. Nella predisposizione delle misure di sicurezza il datore di lavoro deve essere previdente, prevedendo le possibili imperizie dei lavoratori.

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Ivana Monti
Ivana Monti
2025-06-14 06:21:38
Numero di risposte : 19
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Il datore di lavoro non essendo l’infortunio derivato dallo svolgimento dell’attività lavorativa né da attività connesse con quella lavorativa andrà esente da responsabilità. Se il lavoratore ha contribuito – pur se non in via esclusiva – al verificarsi dell’infortunio sarà ritenuto corresponsabile dell’accaduto con conseguente diminuzione della posta risarcitoria. Il Giudice, però, prima di dare applicazione a detti principi, dovrà di volta in volta verificare se la condotta imprudente o negligente della vittima di un infortunio sul lavoro sia dipesa dall’inosservanza del datore di lavoro di doveri informativi o formativi. Spesso, infatti, la causa dell’infortunio sul lavoro è direttamente connessa: alla mancata predisposizione da parte del datore di lavoro delle misure di sicurezza idonee a prevenire i comportamenti imprudenti e negligenti del lavoratore all’omessa formazione del lavoratore sui rischi e pericoli connessi alla prestazione lavorativa all’aver impartito al lavoratore l’esecuzione di un compito pericoloso In questi casi, pur in presenza di un comportamento non rispettoso delle regole cautelari da parte del lavoratore, non sarà possibile invocare un concorso di colpa da parte della vittima dell’infortunio. Il lavoratore nel dare esecuzione alla propria prestazione lavorativa è assoggettato ad un obbligo di diligenza parametrato alla natura della prestazione che deve svolgere (art. 2104 c.c.) nonché a tutelare la propria e l’altrui incolumità (cfr. art. 20 d.lgs. 9.4.2008 n. 81).
Miriana Bruno
Miriana Bruno
2025-06-14 04:27:56
Numero di risposte : 24
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In caso di lesioni personali colpose, un datore di lavoro può rischiare la condanna penale, anche ad una pena detentiva. Le responsabilità a carico del datore di lavoro restano gravose, gli oneri risarcitori sono sovente molto alti e, pertanto, l’opportunità di una difesa organizzata nel dettaglio, fin dalle prime fasi dell’istruttoria dibattimentale, resta fondamentale. Il reato più frequente in caso di infortunio sul lavoro è quello di cui all’art. 590 Cod. Pen.: “chiunque cagiona ad altri per colpa una lesione personale è punito con la reclusione (…) ovvero con la multa”. Il delitto di lesioni personali colpose punisce chi, tenendo una condotta negligente, imprudente o inesperta, oppure contraria a leggi, regolamenti, protocolli sicurezza, cagiona un danno fisico ad una persona. Per dispensare l’assicurato da tutti gli oneri connessi all’anticipazione delle spese legali, peritali, delle consulenze tecniche che in tali procedimenti possono essere molto elevate. Le spese per i ricorsi, sempre possibili e probabili, nonché quelle per le eventuali soccombenze, possono condizionare non poco le scelte del ricorrente, ovvero del chiamato in causa, se non vi è un’assicurazione specializzata che copre tali costi.

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Piero Orlando
Piero Orlando
2025-06-14 04:15:37
Numero di risposte : 21
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Il datore di lavoro risulta sempre e comunque responsabile in caso di infortunio sul lavoro, quando manca l’attuazione di misure specifiche previste dalla legge o esigibili in termini di prudenza, perizia, e diligenza del buon padre di famiglia, idonee a impedirne l’evento lesivo. L’omessa prevenzione di manovre imprudenti da parte del lavoratore fa ricadere sul datore di lavoro le eventuali lesioni colpose. Il datore di lavoro è tenuto non solo a proteggere l’incolumità di chi lavora, ma anche a prevenire ogni rischio legato all’eventuale imprudenza o negligenza degli altri. Il datore di lavoro “è sempre responsabile dell’infortunio occorso al lavoratore, sia quando ometta di adottare le misure protettive, comprese quelle esigibili in relazione al rischio derivante dalla condotta colposa del lavoratore, sia quando, pur avendo adottate le necessarie misure, non accerti e vigili affinché queste siano di fatto rispettate da parte del dipendente”. Dell’infortunio del dipendente risponde il datore di lavoro, insieme all’INAIL a cui va immediatamente comunicato il sinistro se prevede lesioni che causano inabilità per più di tre giorni, nelle seguenti circostanze: quando l’infortunio sia dipeso dalla mancata adozione, da parte del datore di lavoro, delle misure di sicurezza che tutelano l’integrità psico-fisica dei dipendenti quando il datore di lavoro è stato condannato penalmente per il fatto dal quale l’infortunio è derivato quando la sentenza penale stabilisce che l’infortunio è avvenuto per fatto imputabile agli incaricati della direzione o sorveglianza da parte del datore di lavoro. Un’altra importante caratteristica di questo tipo di responsabilità riguarda il fatto che se il rischio è generale, ne risponde sempre il datore di lavoro in prima persona e non le figure intermedie, ma il datore apicale. La sicurezza sul lavoro in azienda, pubblica o privata che sia, presuppone una vera e propria programmazione e formazione sul tema, da parte del datore, improntata alla gestione delle condizioni di rischio che si riflette sul piano contrattuale, in un maggior “carico obbligatorio”, giustificato tanto dalla posizione apicale che esso riveste all’interno dell’organizzazione dell’attività, quanto dalla destinazione di tale organizzazione alla soddisfazione del suo interesse imprenditoriale.