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Quando le telecamere violano la privacy?

Bruno Moretti
Bruno Moretti
2025-07-19 08:41:49
Numero di risposte : 24
0
Se la videocamera di sorveglianza inquadra anche parte della strada, quand’anche comune, ciò si sostanzia in violazione della privacy, oltre che configurare illecito penale di interferenze illecite nella vita privata. Le telecamere non possono essere installate in aree in cui le persone hanno una ragionevole aspettativa di privacy, come i bagni o gli spogliatoi. Le telecamere non possono essere utilizzate per registrare conversazioni senza il consenso delle persone coinvolte. Comprendendo i limiti delle telecamere e i nostri diritti di individui, possiamo trovare un equilibrio tra sicurezza e privacy. Le telecamere possono violare i nostri diritti alla privacy. È importante essere consapevoli di quando le telecamere violano la nostra privacy e intervenire se necessario.
Marianita Giuliani
Marianita Giuliani
2025-07-07 22:15:11
Numero di risposte : 26
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Le telecamere violano la privacy quando non rispettano il Regolamento Ue sulla protezione dei dati personali. Infatti, nel 92% dei casi i sistemi di videosorveglianza non risultano rispettare il Regolamento Ue sulla protezione dei dati personali. Il fatto che chi installa i sistemi di videosorveglianza abbia ancora scarsa sensibilità verso le regole in materia di protezione dei dati personali rappresenta un fenomeno preoccupante. Specialmente se si considera che sono trascorsi ormai due anni da quando i garanti europei hanno pubblicato le Linee Guida n.3/2019 per fornire ogni chiarimento eventualmente necessario. Quindi non dobbiamo sorprenderci se più del 15% delle sanzioni sono specificamente riferite proprio a violazioni commesse attraverso telecamere e impianti di videosorveglianza, gravando complessivamente per le imprese pubbliche e private per oltre 4 milioni di euro. Il GDPR ha portato in dote un cambiamento radicale che doveva permettere ai professionisti della sicurezza di formarsi e adeguare il parco impianti installato alla norma, ma in grande parte così non è stato. Occorre quindi una attenta riflessione sulla necessità di una formazione adeguata e puntuale per gli addetti ai lavori del comparto, che deve rimboccarsi le maniche per sviluppare le proprie competenze e mettere in sicurezza la propria impresa e il committente. Il fatto che solo l’8% degli intervistati che è entrato in un esercizio pubblico dotato di un sistema di videosorveglianza afferma di aver trovato esposto un regolare cartello di informativa che avverte in modo chiaro e trasparente la presenza di telecamere con l’indicazione dei corretti riferimenti normativi e delle informazioni complete che dovrebbero essere fornite all’interessato. Solo il 46% di questi ha ammesso di rendersi conto di avere a che fare con temi complessi che comportano rischi elevati ed esposizione alle pesanti sanzioni previste dal GDPR. Solo il 3% delle aziende dei professionisti intervistati sono dotate di un Data Protection Officer o di un’altra figura dedicata alle tematiche della privacy, e solo il 15% dei professionisti avverte la necessità di ulteriori approfondimenti della materia.

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Serse Marchetti
Serse Marchetti
2025-07-07 21:09:40
Numero di risposte : 28
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Le telecamere violano la privacy quando inquadrano aree comuni o altrui. Le riprese di spazi pubblici o proprietà altrui possono essere ammesse solo in situazioni eccezionali, accompagnate da una motivazione adeguata e documentazione di rischi concreti. La normativa italiana prevede l'adozione di tecniche specifiche, come l'oscuramento automatico dei volti, per ridurre al minimo le violazioni della riservatezza altrui. Le telecamere possono essere posizionate esclusivamente per monitorare la propria proprietà privata, evitando di inquadrare aree pubbliche, spazi di proprietà altrui o ambienti comuni in contesti condominiali. La conservazione delle registrazioni è consentita per un massimo di 24-48 ore, salvo motivazioni documentate per un'estensione fino a 7 giorni. Infrazioni alle normative possono comportare sanzioni amministrative o denunce penali per illecita interferenza nella vita privata, come previsto dall’articolo 615-bis c.p.
Carmela Carbone
Carmela Carbone
2025-07-07 18:53:23
Numero di risposte : 27
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Quando la nostra privacy viene violata attraverso le telecamere del nostro sistema di sorveglianza si pongono due importanti quesiti. Il primo riguarda la colpevolezza, ovvero, sappiamo chi è che materialmente è entrato nel nostro sistema? Secondo, come facciamo a provare che questo è successo senza prove concrete? La risposta in prima battuta potrebbe essere deludente: in questo caso è molto difficile provare tutto questo e al massimo possiamo aprire una denuncia contro ignoti. Se siamo certi che ci sia stata una violazione possiamo cercare di ricostruire delle prove che sostengano una denuncia contro un individuo, o un gruppo di individui, ben specifico. Potremmo in primo luogo richiedere una sorta di visura al sistema gestionale del software che utilizziamo per controllare le telecamere, per capire se ci sono state effrazioni o accessi da IP diversi dal nostro. Anche nel caso in cui ottenessimo gli accessi al software sarebbe difficile capire quale individuo ha in effetti visionato tali immagini. E se a violare la privacy è un convivente? In questo caso purtroppo potremmo denunciare il convivente solo nel caso in cui abbia diffuso tali filmati e immagini.

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Annalisa Basile
Annalisa Basile
2025-07-07 18:18:17
Numero di risposte : 22
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Le telecamere violano la privacy quando vengono utilizzate senza il consenso o la consapevolezza delle persone coinvolte. Questo può accadere in situazioni in cui le telecamere vengono posizionate in luoghi privati come abitazioni, bagni o spogliatoi, o quando vengono utilizzate per sorvegliare o spiare le persone senza una valida ragione o senza rispettare le leggi sulla privacy. Inoltre, le telecamere possono violare la privacy quando le registrazioni vengono utilizzate per scopi diversi da quelli per cui sono state originariamente installate, come ad esempio la divulgazione non autorizzata delle immagini o la raccolta di informazioni personali sensibili. Se la videocamera di sorveglianza inquadra anche parte della strada, quand'anche comune, ciò si sostanzia in violazione della privacy, oltre che configurare illecito penale di interferenze illecite nella vita privata.
Marzio Bruno
Marzio Bruno
2025-07-07 17:23:58
Numero di risposte : 19
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Le telecamere violano la privacy quando non si rispettano le regole individuate dal Garante per rendere conforme alle norme sulla privacy l´installazione di telecamere in luoghi pubblici e privati. Le regole base della disciplina sul trattamento dei dati personali sono già applicabili alle immagini ed ai suoni, nel caso in cui le apparecchiature che li rilevano permettano di identificare, in modo diretto o indiretto, le persone. Occorre chiarire gli scopi che si intendono perseguire e verificare se sono leciti in base alle norme vigenti. Il trattamento dei dati deve avvenire per scopi determinati, espliciti e legittimi. I dati raccolti devono essere quelli strettamente necessari agli scopi perseguiti. Va stabilito con precisione entro quanto tempo le immagini devono essere cancellate e occorre prevedere la loro conservazione solo in relazione a illeciti che si siano verificati o a indagini giudiziarie o di polizia. Le informazioni raccolte non devono essere comunicate o diffuse ad altri. I dati raccolti per determinati fini non possono essere utilizzati per finalità diverse o ulteriori, fatte salve le esigenze di polizia o di giustizia e non possono essere diffusi o comunicati a terzi. Le riprese devono essere limitate al solo spazio antistante tali accessi, evitando forme di videosorveglianza su aree circostanti che potrebbero limitare la libertà altrui.

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Rosalia Donati
Rosalia Donati
2025-06-29 11:52:42
Numero di risposte : 45
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Le telecamere violano la privacy quando una telecamera sia installata all’interno di una casa e sia operativa, senza che gli individui presenti all’interno dell’area sotto sorveglianza siano informati della sua presenza e concedano un consenso preventivo a tale invasione della loro privacy. Qualsiasi violazione di questa disposizione comporta l’applicazione dell’articolo 615-bis del Codice Penale, che definisce le “interferenze illecite nella vita privata” e prevede pene che vanno dalla reclusione da sei mesi a quattro anni. È vietato monitorare il coniuge o il convivente quando si è fuori casa, così come non è consentito farlo nei confronti di anziani o figli minorenni, poiché anche loro godono di diritti di privacy protetti dalla legge. Solo quando tale individuo non è presente, l’attivazione del sistema di videosorveglianza per osservare le attività di altri costituisce un reato. La posizione di una telecamera sul pianerottolo del condominio richiede determinate considerazioni, come ad esempio che l’angolo di ripresa della telecamera deve essere limitato in modo da coprire solo lo spazio di fronte alla propria porta di casa. La Corte di Cassazione ha evidenziato la necessità di aderire al principio di proporzionalità: le telecamere devono essere configurate in modo tale da coprire esclusivamente l’area specifica che si desidera sorvegliare. È importante evitare, per quanto possibile, di catturare immagini di aree non pertinenti alla sicurezza dell’immobile o che possano impattare sui diritti di privacy altrui.
Luciana Conti
Luciana Conti
2025-06-26 01:07:37
Numero di risposte : 24
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Se la telecamera è installata dentro casa ed è funzionante, è necessario che chi si trova all’interno dello spazio di ripresa sappia e dia autorizzazione preventiva a tale intrusione nella propria privacy. Non importa se non c’è alcuna registrazione di immagini ma solo un controllo a distanza delle stesse. Diversamente scatta il reato previsto dall’articolo 615-bis del Codice penale: “interferenze illecite nella vita privata”, punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Non si può, quindi, monitorare il coniuge o il convivente quando non si è in casa. Non lo si può fare neanche nei confronti di anziani o dei figli minorenni. La registrazione in casa è lecita se colui che sta effettuando tale attività è fisicamente presente al momento della registrazione stessa. La telecamera, che viene posizionata all’interno del pianerottolo del condominio, non deve essere né autorizzata dall’assemblea, né segnalata con apposito cartello. Inoltre non deve riprendere gli spazi comuni o quelli di pertinenza del vicino. La telecamera deve quindi avere un angolo di espansione tale da riprendere solo lo spazio antistante alla porta di casa propria. È interessante notare che, secondo la giurisprudenza, tale area – quella ove insiste lo zerbino – è considerata privata dimora, al pari dell’interno dell’abitazione. Alle regole appena elencate fa eccezione l’ipotesi di quei condomini con pianerottoli talmente piccoli e stretti da rendere impossibile la fondamentale e costituzionalmente protetta esigenza di tutelare la casa senza riprendere anche gli spazi comuni.

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Albino Bianchi
Albino Bianchi
2025-06-13 08:08:53
Numero di risposte : 28
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Le telecamere possono violare la privacy in vari modi, soprattutto quando sono installate o utilizzate in maniera impropria, portando a conseguenze legali e etiche. Il posizionamento delle telecamere in luoghi privati come bagni, spogliatoi, camere da letto, o altre aree dove le persone si aspettano un alto livello di privacy, è chiaramente una violazione della privacy. Questo non solo è eticamente discutibile, ma spesso anche illegale. Le persone hanno il diritto di aspettarsi privacy in questi ambienti e la registrazione di tali aree senza consenso è una grave intrusione. In molti paesi, è illegale registrare video o audio di qualcuno senza il suo consenso, specialmente in un contesto privato. Anche se la registrazione è legale, l’uso improprio dei dati raccolti può violare la privacy. L’installazione di telecamere in modo eccessivo, soprattutto in luoghi pubblici, può creare una sensazione di sorveglianza costante e invasiva, limitando la libertà individuale e la sensazione di privacy. Mentre le telecamere possono essere strumenti utili per la sicurezza e la sorveglianza, è fondamentale che il loro utilizzo sia regolamentato per proteggere la privacy delle persone e per evitare abusi.