La SIEF, come società scientifica della materia, si è preoccupata di dare ai termini, in base alla storia di ognuno di essi, un preciso significato.
Il termine “educazione fisica”, inizialmente indicante semplicemente e genericamente le pratiche igieniche, solo a fine Ottocento passò ad indicare l’insegnamento, in ambito scolastico, dedicato all’esercizio fisico, insegnamento nel quale comunque era prevista, in primo luogo, la “Ginnastica propriamente detta”.
Quest’ultima esigenza IMPONE di affermare l’importanza di una materia (Ginnastica) che è prevista per questo, e che possiede tutti gli strumenti (attrezzi) e soprattutto una metodologia didattica in grado di insegnare a tutti, anche ai meno dotati, le basi della motricità umana: non solo quindi camminare, correre e saltare ma anche arrampicarsi, sospendersi, lo studio degli equilibri, delle quadrupedie e via dicendo.
Il fine della Ginnastica Classica (non certo di quella fascista, che aveva ben altri fini) era quello di ricercare la massima efficienza fisica raggiungibile da ciascuno, anche da coloro che (come aveva capito bene un grande pedagogista come Enrico Pestalozzi) erano meno dotati.
La Ginnastica è stata definita da Girolamo Mercuriale (1530-1606) come “la scienza che studia l’esercizio fisico, gli effetti che con esso si possono produrre sull’organismo umano e che ha per fine il mantenimento ed il conseguimento della buona salute”.
Essa inoltre (come si evidenzia nel progetto SIEF “Ginnastica nella scuola”) prevede anche, oltre ai giochi, la ginnastica respiratoria ed il rilassamento, così come lo studio delle posizioni e degli esercizi che prevengono le rigidità articolari o le cattive posture, problemi questi di cui tutti si lamentano, ma per i quali attualmente non vengono proposte soluzioni valide ed efficaci.
Oggi, grazie alla SIEF ed alla sua Scuola di formazione, l’Istituto Duchenne di Firenze, esse sono state riviste e aggiornate alla luce del moderno modo di insegnare e soprattutto in base a quello che già Emilio Baumann definì come “l’intelligente esame dei bisogni” che i nostri bambini /ragazzi presentano.
Il bisogno che oggi non è solo e banalmente quello di muoversi (per questo va bene la “educazione motoria”, o una o l’altra delle attività cosiddette “sportive”) ma quello di imparare a muoversi.