Quali sono i rischi di disidratazione in ambienti freddi?

Rosalia Donati
2025-08-06 13:22:21
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Quando l'assunzione di liquidi non compensa queste perdite, si possono manifestare sintomi che variano da lievi a gravi.
Nei casi più lievi, la disidratazione causa stanchezza, difficoltà di concentrazione, pelle secca e labbra screpolate.
Tuttavia, la disidratazione cronica può avere effetti a lungo termine, tra cui la riduzione dell'elasticità della pelle, problemi digestivi e affaticamento generale.
Nei casi più gravi, può portare a insufficienza renale, alterazioni nella pressione sanguigna e complicazioni cardiache.
La disidratazione può influenzare diverse funzioni corporee.
Durante l'inverno, uno dei rischi maggiori è rappresentato dal peggioramento delle condizioni cardiovascolari, poiché la riduzione dei liquidi nel sangue rende il cuore meno efficiente nel pompare.
Anche i reni possono essere messi a dura prova, con un rischio aumentato di calcoli renali o infezioni delle vie urinarie.
Un altro rischio specifico è la compromissione del sistema immunitario: un corpo disidratato ha meno capacità di combattere le infezioni stagionali, come raffreddori e influenze.
Inoltre, la pelle secca e screpolata può diventare un terreno fertile per irritazioni e infezioni.
Nei bambini, la disidratazione può manifestarsi rapidamente con sintomi gravi, come letargia e irritabilità; mentre negli anziani aumenta il rischio di perdita dell’equilibrio, cadute e complicazioni croniche.

Gianantonio Messina
2025-08-06 13:09:47
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La disidratazione è frutto di un cattivo apporto di acqua al proprio organismo.
Il consumo di acqua a bassissime temperature mette sotto stress il corpo per via del fatto che non riesce ad assorbirla come dovrebbe.
Questo significa che pur bevendo acqua ghiacciata in grandi quantità l’organismo non sarà mai completamente soddisfatto dal punto di vista del fabbisogno idrico.
I rischi legati all’assunzione di acqua fredda aumentano in estate perché il caldo stimola la sete, inducendo le persone a bere le bevande in misura maggiore e a temperature ancora più basse.
Anche d’inverno, però, il consumo di acqua ghiacciata non si placa: l’errore è credere che, poiché la temperatura esterna è inferiore, non vi sia sbalzo termico; in realtà la situazione è ben diversa, perché la temperatura corporea è ancora più alta di quella dell’ambiente che ci circonda.
Il consiglio migliore, dunque, è quello di bere acqua a temperatura ambiente o tutt’al più fresca, senza esagerare con la quantità di ghiaccio da inserire eventualmente nel bicchiere.
Gli effetti che ne conseguono hanno comunque un certo peso: stanchezza, emicrania, difficoltà di concentrazione, nervosismo.