Un buon allenatore deve possedere molte qualità psicologiche da poter utilizzare per il bene dei suoi allievi.
Alcune delle più importanti sono: Locus of control interno, Assertività, Competenze comunicative, Empatia, Capacità di problem solving.
Esperienze concrete di tipo tecnico e tattico,
Preparazione sul piano didattico per comunicare le proprie idee in modo semplice e chiaro,
Disponibilità umana di base ed intelligenza emotiva,
ovvero la capacità di riconoscere le proprie e le altrui emozioni e sapersi relazionare con esse.
Apertura al dialogo e capacità di ammettere i propri errori, che induce al rispetto e alla stima: è fondamentale saper essere autocritici e capire dove sta l’errore, prendendosi le proprie responsabilità,
Sicurezza in sé, che aiuta a creare e diffondere la motivazione negli allievi,
Ambizione e apertura mentale: è importante sapersi mettere in discussione, accettare visioni differenti dalla propria, mettersi nei panni degli altri e cercare soluzioni alternative dove necessario,
Capacità di adattarsi alla continua evoluzione del mestiere, senza rimanere rigidamente ancorati alle precedenti esperienze vissute,
Entusiasmo e passione per il proprio lavoro: tutto parte dal cuore e dall’amore per il calcio.
Occorre che il tecnico sia in grado di miscelare qualità tecniche, tattiche, comunicative, educative e psicologiche per fare al meglio il suo lavoro.
Gli allenatori devono conoscere gli atleti che hanno davanti, i loro punti di forza ed i loro limiti, non solo a livello calcistico, ma soprattutto a livello caratteriale e psicologico, e procedere con criteri differenziati di allenamento in funzione di ogni singolo atleta.
L’allenatore rappresenta l’esperto, ovvero colui che facilita l’autoconsapevolezza dell’allievo e crea occasioni di apprendimento.
Il compito dell’allenatore è dunque quello di trasmettere competenze e conoscenze ma deve essere consapevole che c’è da imparare da ogni persona e da ogni situazione.
È dunque, importante che sappia creare un rapporto con i propri allievi.