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Cos'è lo stretching dinamico?

Leonardo Grasso
Leonardo Grasso
2025-09-07 09:09:18
Numero di risposte : 23
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Cosa si intende per stretching dinamico. Lo stretching dinamico prevede l’esecuzione di movimenti seguendo un ritmo controllato. Gli esercizi di stretching, infatti, non vanno svolti di fretta, bensì in maniera graduale, dedicando loro tutto il tempo necessario. Tornando al protagonista del nostro articolo, non è raro trovare lo stretching dinamico inserito nella routine degli sportivi, ad esempio di coloro che si dedicano alla corsa. Lo svolgimento di tale tipologia di stretching è consigliato in genere prima dell’allenamento o di un’eventuale gara, in quanto in grado di “preparare” il corpo all’attività. Più nello specifico riscalda i muscoli, aumenta il flusso sanguigno verso di loro, mobilizza le articolazioni e diminuisce il rischio di incorrere in strappi e stiramenti. Viceversa, lo stretching statico è in genere consigliato in qualità di stretching da svolgere dopo l’allenamento o la gara.
Lisa Moretti
Lisa Moretti
2025-08-26 07:01:44
Numero di risposte : 27
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Lo stretching dinamico consiste nell’eseguire ripetutamente una serie di movimenti in maniera lenta e controllata inizialmente, per poi aumentare velocità e range di movimento. L’obiettivo è quello di arrivare al limite del movimento articolare per “riscaldare” tutte le strutture articolari e muscolari, aumentando il battito cardiaco quindi il flusso sanguigno e la temperatura corporea. Questo tipo di stretching viene utilizzato prima dell’allenamento, nella fase di riscaldamento per consentire un miglioramento della performance sportiva, della mobilità e del range articolare. Attenzione a non confondere lo stretching dinamico con quello ballistico ormai superato, essendo non controllato e brusco. Quello dinamico è infatti controllato e gestito durante tutta l’esecuzione del movimento. Tuttavia, evidenze scientifiche dimostrano che, nonostante i numerosi effetti positivi dello stretching passivo e statico, è meglio optare per gli stretching dinamico e attivo. Il motivo è che questi tipi di stretching sono controllati dalla persona stessa e sono più utili per migliorare i movimenti funzionali utilizzati nella vita quotidiana o negli sport. In più, poiché gli stretching dinamico e attivo sono orientati secondo il movimento dell’articolazione, sono più adatti a generale calore. Infine, poiché questi due tipi di allungamento richiedono un’attivazione muscolare, si è visto che il muscolo è indotto a rilassarsi molto di più rispetto che durante gli stretching statico e passivo, riducendo quindi il rischio di infortunio e aumentando il beneficio funzionale.

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Vinicio Ferri
Vinicio Ferri
2025-08-21 20:31:15
Numero di risposte : 31
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Esistono diversi tipi di stretching ma senza scendere in tecnicismi complessi, diciamo che quelli più conosciuti e praticati sono due: lo stretching statico e lo stretching dinamico. Lo stretching dinamico, al contrario, prevede che dopo aver raggiunto la massima estensione si torni alla posizione iniziale per ripetere il movimento o passare subito ad un altro esercizio di allungamento. Un esempio intuitivo di stretching dinamico sono gli slanci di gambe e braccia: si fa oscillare l’arto in modo controllato aumentando gradualmente l’ampiezza del movimento e la velocità di esecuzione. L’obiettivo inoltre è quello di provocare una specifica reazione fisiologica, propria dei muscoli che per loro natura lavorano in coppia: se il muscolo agonista si contrae rapidamente, il suo opposto, l’antagonista, si allunga e viceversa. Si ottiene così un progressivo riscaldamento cardiovascolare e la temperatura corporea va ad aumentare, preparando di fatto il corpo all’allenamento che seguirà.
Eleonora Farina
Eleonora Farina
2025-08-11 05:51:47
Numero di risposte : 18
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Lo Stretching Dinamico consiste in movimenti molto ampi che portano le articolazioni al limite del movimento consentito e che solitamente richiamano i gesti tecnici di un determinato sport. Questa metodologia permette di preparare le strutture e il sistema nervoso ad armonizzare la reciproca inibizione muscolare ovvero contrarre e rilassare i muscoli agonisti ed antagonisti di quel determinato movimento. Lo Stretching Dinamico, a differenza dello Statico, permette di riscaldare la muscolatura che viene sollecitata, questo naturalmente solo per effetto del movimento che determina l’innalzamento della temperatura dei muscoli interessati dal momento e prepara il sistema nervoso ad inibire i muscoli antagonisti di un determinato movimento. Questo tipo di stretching risulta più utile nelle fasi di riscaldamento pre-gara o pre-allenamento, ma non assicura degli adattamenti sul lungo periodo. Anche nel caso dello Stretching Dinamico, l’American College Of Sport Medicine consiglia di effettuare più ripetizioni e serie dello stesso esercizio e può essere svolto per una o più articolazioni contemporaneamente ed è più efficace se a svolgerlo sono atleti che dimostrano una buona percezione del corpo dal momento dal momento che risulta più pericoloso rispetto allo statico.

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Naomi Monti
Naomi Monti
2025-08-03 20:07:11
Numero di risposte : 24
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Lo stretching dinamico viene spesso sottovalutato dagli sportivi quando, invece, dovrebbe essere considerato parte integrante dell’allenamento. Lo stretching dinamico prevede un movimento graduale, con l’estensione attiva dei muscoli. Lo stretching dinamico (anche chiamato stretching attivo), invece riscalda i muscoli e ne favorisce la flessibilità, preparando il corpo all’allenamento. Lo stretching dinamico è ideale prima dell’allenamento. Lo stretching dinamico è il più comune e consigliato da praticare prima di un allenamento o di una gara. Si basa su una serie di slanci e movimenti controllati di arti e busto, dove l’obiettivo è spingere le articolazioni al massimo del loro range di estensione. I movimenti per un biuono stretching dinamico devono essere brevi e controllati, in modo da non estendere troppo i muscoli rischiando strappi e stiramenti. Tra i numerosi benefici dello stretching dinamico troviamo: sfruttamento massimo della capacità elastica dei muscoli; aumento del flusso sanguigno nei muscoli che in questo modo si preparano agli sforzi a cui verranno sottoposti durante l’allenamento; diminuzione del rischio di strappi e stiramenti.
Chiara Sanna
Chiara Sanna
2025-08-03 16:07:19
Numero di risposte : 32
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Lo stretching dinamico può essere eseguito prima dell’allenamento o della prestazione sportiva, mentre quello statico va eseguito dopo, mai a freddo. Lo stretching dinamico consiste nell’allungamento di gruppi muscolari attraverso il movimento oscillatorio dei segmenti scheletrici a velocità che può essere bassa, media o elevata. E' quindi un vero e proprio movimento, come dice la parola stessa. Lo stretching dinamico è utilissimo prima dell’allenamento e della gara, mentre lo stretching statico nella fase precedente la prestazione sportiva può addirittura comprometterla e provocare microlesioni, se fatto a freddo. Soprattutto se si fanno lavori di forza esplosiva, lo stretching statico non va mai fatto prima, perché riduce la rigidità muscolare, cioè la capacità del muscolo di accorciarsi rapidamente dopo l’allungamento. Il muscolo in fase di allungamento accumula energia elastica che deve poi cedere rapidamente. Ma se lo allunghiamo più delle sue capacità elastiche, gran parte di questa forza elastica viene dispersa e quindi le prestazioni subiscono un danno.

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Rosita Fiore
Rosita Fiore
2025-08-03 15:44:29
Numero di risposte : 19
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Lo stretching dinamico consiste nell’eseguire ripetutamente una serie di movimenti in maniera lenta e controllata inizialmente, per poi aumentare velocità e range di movimento. L’obiettivo è quello di arrivare al limite del movimento articolare per “riscaldare” tutte le strutture articolari e muscolari, aumentando il battito cardiaco quindi il flusso sanguigno e la temperatura corporea. Questo tipo di stretching viene utilizzato prima dell’allenamento, nella fase di riscaldamento per consentire un miglioramento della performance sportiva, della mobilità e del range articolare. Attenzione a non confondere lo stretching dinamico con quello ballistico ormai superato, essendo non controllato e brusco. Quello dinamico è infatti controllato e gestito durante tutta l’esecuzione del movimento. Tuttavia, evidenze scientifiche dimostrano che, nonostante i numerosi effetti positivi dello stretching passivo e statico, è meglio optare per gli stretching dinamico e attivo. Il motivo è che questi tipi di stretching sono controllati dalla persona stessa e sono più utili per migliorare i movimenti funzionali utilizzati nella vita quotidiana o negli sport. In più, poiché gli stretching dinamico e attivo sono orientati secondo il movimento dell’articolazione, sono più adatti a generale calore. Infine, poiché questi due tipi di allungamento richiedono un’attivazione muscolare, si è visto che il muscolo è indotto a rilassarsi molto di più rispetto che durante gli stretching statico e passivo, riducendo quindi il rischio di infortunio e aumentando il beneficio funzionale.
Carmine Grassi
Carmine Grassi
2025-07-24 22:30:25
Numero di risposte : 35
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Lo stretching dinamico è una metodologia di lavoro basata fondamentalmente sul controllo motorio. Non sono previsti, perciò, esecuzioni con movimenti di rimbalzo ma oscillazioni e slanci a velocità controllata di gambe, braccia e tronco che portano delicatamente al limite del proprio ROM. Lo stretching dinamico si conclude nel momento in cui si raggiunge il massimo sia della velocità che dell'ampiezza del movimento. Lo stretching dinamico non sfrutta l'inerzia ma la capacità di forza reattiva ed esplosiva del muscolo, senza utilizzare i movimenti di rimbalzo tipici dello stretching balistico. Muovendo con controllo parti del corpo come braccia e gambe, rispettivamente a livello delle articolazioni di spalla e anca, si evitano infortuni muscolari da strappi o da stiramenti. Questo tipo di stretching tende a migliorare le proprietà elastiche del muscolo, la sua capacità di contrazione rapida e la reattività del sistema nervoso. In sostanza è una metodica volta a stimolare il sistema nervoso in collaborazione con le fibre muscolari, rendendo più rapidi i movimenti piuttosto che migliorando la mobilità articolare. In altre parole, la finalità dello stretching dinamico si orienta maggiormente verso l'esplosività muscolare. Ne deriva che per lo sviluppo della mobilità articolare lo stretching dinamico non è molto indicato, ma certamente apporta benefici alla flessibilità dinamica.

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Stefania Palmieri
Stefania Palmieri
2025-07-18 06:01:27
Numero di risposte : 30
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Lo stretching dinamico può essere eseguito prima dell’allenamento o della prestazione sportiva, mentre quello statico va eseguito dopo, mai a freddo. Lo stretching dinamico consiste nell’allungamento di gruppi muscolari attraverso il movimento oscillatorio dei segmenti scheletrici a velocità che può essere bassa, media o elevata. E' quindi un vero e proprio movimento, come dice la parola stessa. Lo stretching dinamico è utilissimo prima dell’allenamento e della gara, mentre lo stretching statico nella fase precedente la prestazione sportiva può addirittura comprometterla e provocare microlesioni, se fatto a freddo. Prima di tutto è sempre importante una fase di riscaldamento, anche solo di dieci minuti, che alzi la temperatura di muscoli, tendini e liquido sinoviale, il lubrificante delle articolazioni. Quindi si può fare lo stretching dinamico, anche con diverse ripetizioni di oscillazioni degli arti o slanciate delle gambe. L’ideale sarebbe eseguirlo non subito dopo la fine dell’attività sportiva, ma dopo un periodo di defaticamento che permette di eliminare l’acido lattico accumulato e rende il muscolo più malleabile e disponibile a trarre beneficio dagli allungamenti.
Luigi Messina
Luigi Messina
2025-07-15 22:29:04
Numero di risposte : 30
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Lo stretching dinamico viene spesso sottovalutato dagli sportivi quando, invece, dovrebbe essere considerato parte integrante dell’allenamento. Lo stretching dinamico prevede un movimento graduale, con l’estensione attiva dei muscoli. Lo stretching dinamico (anche chiamato stretching attivo), invece riscalda i muscoli e ne favorisce la flessibilità, preparando il corpo all’allenamento. Lo stretching dinamico è ideale prima dell’allenamento. Si basa su una serie di slanci e movimenti controllati di arti e busto, dove l’obiettivo è spingere le articolazioni al massimo del loro range di estensione. I movimenti per un buono stretching dinamico devono essere brevi e controllati, in modo da non estendere troppo i muscoli rischiando strappi e stiramenti. Tra i numerosi benefici dello stretching dinamico troviamo: sfruttamento massimo della capacità elastica dei muscoli; aumento del flusso sanguigno nei muscoli che in questo modo si preparano agli sforzi a cui verranno sottoposti durante l’allenamento; diminuzione del rischio di strappi e stiramenti.
Max Greco
Max Greco
2025-07-05 08:16:10
Numero di risposte : 17
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Lo stretching dinamico, al contrario, prevede che dopo aver raggiunto la massima estensione si torni alla posizione iniziale per ripetere il movimento o passare subito ad un altro esercizio di allungamento. Un esempio intuitivo di stretching dinamico sono gli slanci di gambe e braccia: si fa oscillare l’arto in modo controllato aumentando gradualmente l’ampiezza del movimento e la velocità di esecuzione. Si ottiene così un progressivo riscaldamento cardiovascolare e la temperatura corporea va ad aumentare, preparando di fatto il corpo all’allenamento che seguirà. L’obiettivo inoltre è quello di provocare una specifica reazione fisiologica, propria dei muscoli che per loro natura lavorano in coppia: se il muscolo agonista si contrae rapidamente, il suo opposto, l’antagonista, si allunga e viceversa.
Demian Bianco
Demian Bianco
2025-07-01 13:28:46
Numero di risposte : 23
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Cosa si intende per stretching dinamico. Per capire cosa si intenda esattamente quando si parla di stretching dinamico è piuttosto utile partire dalla distinzione tra stretching statico e dinamico. Lo stretching statico, come il nome suggerisce, consiste nel mantenere una posizione di allungamento per un tempo prestabilito, mentre quello dinamico prevede l’esecuzione di movimenti seguendo un ritmo controllato. Gli esercizi di stretching, infatti, non vanno svolti di fretta, bensì in maniera graduale, dedicando loro tutto il tempo necessario. Pertanto quando si tratta di preventivare il tempo da destinare al proprio allenamento è sempre bene tenere a mente anche quello da dedicare allo stretching, per non rischiare di trascurarlo. Tornando al protagonista del nostro articolo, non è raro trovare lo stretching dinamico inserito nella routine degli sportivi, ad esempio di coloro che si dedicano alla corsa. Lo svolgimento di tale tipologia di stretching è consigliato in genere prima dell’allenamento o di un’eventuale gara, in quanto in grado di “preparare” il corpo all’attività. Più nello specifico riscalda i muscoli, aumenta il flusso sanguigno verso di loro, mobilizza le articolazioni e diminuisce il rischio di incorrere in strappi e stiramenti.
Xavier Bianchi
Xavier Bianchi
2025-06-19 07:16:27
Numero di risposte : 32
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Lo Stretching Dinamico consiste invece in movimenti molto ampi che portano le articolazioni al limite del movimento consentito e che solitamente richiamano i gesti tecnici di un determinato sport. Questo tipo di stretching risulta più utile nelle fasi di riscaldamento pre-gara o pre-allenamento, ma non assicura degli adattamenti sul lungo periodo. Anche nel caso dello Stretching Dinamico, l’American College Of Sport Medicine consiglia di effettuare più ripetizioni e serie dello stesso esercizio e può essere svolto per una o più articolazioni contemporaneamente ed è più efficace se a svolgerlo sono atleti che dimostrano una buona percezione del corpo dal momento dal momento che risulta più pericoloso rispetto allo statico. Questi movimenti permettono di preparare le strutture e il sistema nervoso ad armonizzare la reciproca inibizione muscolare ovvero contrarre e rilassare i muscoli agonisti ed antagonisti di quel determinato movimento. Lo Stretching Dinamico, a differenza dello Statico, permette di riscaldare la muscolatura che viene sollecitata, questo naturalmente solo per effetto del movimento che determina l’innalzamento della temperatura dei muscoli interessati dal momento e prepara il sistema nervoso ad inibire i muscoli antagonisti di un determinato movimento.