Le diete chetogeniche possono effettivamente ridurre il peso corporeo nel breve termine, ma nel lungo periodo non sono state dimostrate più efficaci rispetto ad altri approcci dietetici, anzi, secondo lo studio che ha analizzato 123 ricerche in merito, a fronte di una perdita di peso accelerata, con dieta chetogenica, in realtà la perdita di grasso è assai rallentata.
La perdita di peso é, dunque, attribuibile principalmente alla perdita di acqua e proteine corporee.
Il colesterolo LDL può aumentare, a volte in modo drammatico, predisponendo a un alto rischio di patologie cardiovascolari.
Le donne in gravidanza che seguono queste diete hanno maggiori probabilità di avere un bambino con un difetto del tubo neurale, anche quando integrano l’acido folico.
Le diete chetogeniche possono aumentare il rischio di malattie croniche a causa di una maggiore assunzione di grassi saturi, grassi trans, colesterolo e proteine animali che costituiscono un’alimentazione pro stress ossidativo e con risvolti negativi sul rischio di malattia renale cronica, malattie cardiovascolari, cancro, diabete e Alzheimer.
Le diete chetogeniche possono causare affaticamento, cefalea, nausea, costipazione, ipoglicemia e acidosi, soprattutto nei primi giorni o settimane di dieta.
Possono verificarsi anche disidratazione, epatite, pancreatite, ipertrigliceridemia, iperuricemia, ipercolesterolemia, ipomagnesemia e iponatremia.
Tra gli effetti comunemente diffusi da chi mette in pratica la dieta chetogenica si verifica la cosiddetta “influenza chetogenica“.
Gli effetti a lungo termine possono includere una diminuzione della densità minerale ossea, nefrolitiasi, cardiomiopatia, anemia e neuropatia del nervo ottico.
Le diete a basso contenuto di carboidrati sono state anche associate a un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause.
Tali diete possono essere carenti di vitamine, minerali, fibre e sostanze bioattive presenti in frutta, verdura e cereali integrali.
Le diete chetogeniche sono tipicamente povere di fibre, necessarie non solo per una sana funzione intestinale, ma anche per la produzione microbica di acidi grassi benefici a catena corta, che migliorano l’assorbimento dei nutrienti, stimolano il rilascio degli ormoni della sazietà, migliorano la funzione immunitaria e hanno effetti antinfiammatori e anticancerogeni.