Da numerosi studi scientifici è emersa, e si è sempre più confermata negli ultimi anni, la stretta interconnessione tra cibo e mente, laddove il primo può influenzare l’altra e viceversa.
Il mantenimento del benessere psicologico, oltre che fisiologico, passa quindi anche da una sana alimentazione, contraddistinta da una dieta equilibrata e da cibi qualitativamente scelti in base ai loro principi ed ai valori nutrizionali.
Il cervello è la sede della nostra componente psicologica, ma allo stesso tempo un organo il cui funzionamento dipende da elementi nutritivi.
Molti principi contenuti negli alimenti hanno allora il potere di mediare il funzionamento del sistema nervoso, inibendolo o stimolandolo, e quindi più in generale la capacità di mantenere o meno la buona salute di molteplici dinamiche psico-fisiche.
Perciò è intuibile lo stretto rapporto esistente tra alimentazione e sfera psicologica ed il fatto che, quindi, un adeguato comportamento alimentare preserva un ottima salute sia neurologica che psichica.
Il cibo che la persona ingerisce determina la sua composizione biochimica, anche e soprattutto a livello centrale.
Una cattiva dieta con scarsa, eccessiva e/o squilibrata ingestione di alimenti secondo le loro proprietà nutrizionali può allora provocare spossatezza fisica, diminuzione delle prestazioni cognitive, squilibri neurali e problemi psicologici da non sottovalutare come ad esempio tensione e labilità emotiva, ansia, umore altalenante, nervosismo, apatia, suscettibilità, sonno disturbato, etc.