Il trucco sta nel saperla mangiare in maniera intelligente.
L’indice glicemico di questo alimento rappresenta una fonte di carboidrati e viene classificato come alimento dall’indice glicemico alto, fattore molto variabile per la pasta, a seconda della tipologia di farina con cui è stata realizzata, della cottura e soprattutto del tipo di condimento.
È proprio quest’ultimo fattore a fare la differenza: è sconsigliato mangiare pasta, soprattutto se realizzata con farina raffinata, in bianco o con soltanto verdure, poiché gli zuccheri presenti verranno assorbiti rapidamente dall’instestino dopo essere passati per il sangue.
Di conseguenza aumenterà la glicemia.
Altra conseguenza non buona è che, poco dopo aver mangiato, avremo il livello di glicemia che si abbasserà e ci sentiremo nuovamente affamati, dunque saremo spinti ad assumere altri zuccheri.
Basterà abbinare una fonte proteica e di grassi alla pasta, così da comportare un assorbimento più lento e costante degli zuccheri ed evitando un aumento repentino della glicemia.
Ci sentiremo anche più sazi a lungo termine.
È consigliabile anche optare per della pasta integrale, così da favorire un ulteriore rallentamento dell’assorbimento degli zuccheri, grazie alle fibre.
Anche la cottura, così come il tipo di formato, incidono riguardo l’indice glicemico, il quale tende ad aumentare man mano che aumenta il tipo di cottura.
Meglio dunque preferire una cottura al dente, molto più digeribile, e dei formati corti, come penne e fusilli, con un indice glicemico maggiore rispetto a quello degli spaghetti, probabilmente perché la particolare lavorazione della pasta lunga comporta la cristallizzazione dell’amido che si traduce in tempi di digestione e di assimilazione maggiormente lunghi.
A differenza di quello che si crede, la pasta la sera è molto consigliata, poiché favorisce il ripristino delle scorte di glicogeno, ovvero le nostre riserve di zucchero, dopo gli sforzi.
C’è anche da dire che, assumere un’adeguata quantità di carboidrati la sera, stimola la produzione di triptofano che verrà trasformato in serotonina e successivamente in melatonina, favorendo il rilassamento muscolare ed il riposo notturno.
Un eccessiva quantità di pasta potrebbe esporre ad un eventuale sviluppo di sensibilità al glutine o celiachia, per via della costante esposizione alle proteine dei cereali che costituiscono il glutine.
C’è però un rimedio: sarà sufficiente cambiare di volta in volta la tipologia di pasta, optando anche per quelle a base di farine di cereali che non contengono il glutine, oppure per le paste con farine di legumi, con una buona quantità proteica e un ridotto indice glicemico.
L’importante è leggere sempre attentamente le etichette.