Fra i diciassette campi di Serie A ce ne sono tre che, per motivi strutturali, misurano 65 metri di larghezza: il Penzo di Venezia, il Picco di La Spezia e la Unipol Domus di Cagliari.
Il regolamento però dice anche che, in casi di limitazioni strutturali non eliminabili, è tollerata la riduzione della larghezza sino a un minimo di 65 metri.
Il Penzo, costruito nel 1913, è il secondo stadio in uso più vecchio d’Italia dopo il Ferraris di Genova e quindi soggetto a normative più stringenti.
Le misure del campo provvisorio di Cagliari rimarranno invece le stesse fino a quando non sarà pronta la nuova Sardegna Arena, i cui lavori però devono ancora cominciare.
Con tre metri in meno, il Penzo offre meno spazi soprattutto alle squadre avversarie che preferirebbero far girare il pallone in modo più ampio da una parte all’altra del campo, facendo quello che in gergo viene definito talvolta “addormentare le partite”.
A Empoli invece il campo è largo 67 metri, uno in meno della misura standard, perché circondato dalla pista di atletica.
Il campo dello stadio Pier Luigi Penzo di Venezia è più piccolo.
Lo stadio di La Spezia, costruito nel 1919, ha sempre avuto misure contenute: è limitato da due strade e incastonato tra una base navale della marina militare e un centro sportivo.
È tutto strano, arrivi in traghetto, il campo è più piccolo.
I campi inglesi, per esempio, sono generalmente più corti di qualche metro, cosa che favorisce il ritmo di gioco del calcio britannico: ad Anfield il Liverpool gioca su un campo di 101×68 metri.
Il caso più famoso rimane però quello legato a Johan Cruijff.
Nelle ultime annate più vincenti si credeva che l’imbattibilità del Barcellona nel suo stadio fosse favorita proprio dalle ampie dimensioni del campo, ma almeno in Champions League la UEFA impone a tutte le squadre una misura standard di 105×68 metri, le stesse della Serie A.