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Cosa fa il tè verde al fegato?

Gianantonio Ruggiero
Gianantonio Ruggiero
2025-09-28 15:16:10
Numero di risposte : 32
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Il consumo della bevanda è generalmente sicuro. I pochi casi di danno epatico registrati dopo il consumo di infusi di té verde in acqua calda sono ascrivibili a reazioni rare e comunque imprevedibili. Mentre qualche precauzione in più va assunta nei confronti degli integratori, perché molti di essi apportano dosi di catechine che possono determinare problemi alla salute del fegato. Il problema sta però nelle concentrazioni della seconda molecola, che se assunta attraverso una capsula può arrivare a essere assunta fino a dosi superiori a 800 milligrammi al giorno. Un limite che, secondo l'Efsa, potrebbe determinare l'inizio del danno epatico.
Sabrina Palumbo
Sabrina Palumbo
2025-09-28 15:02:10
Numero di risposte : 24
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Il tè verde è ricca di antiossidanti, migliora i livelli degli enzimi epatici e, soprattutto, riduce la percentuale di rischio di sviluppare l’epatocarcinoma. Inoltre, secondo diversi studi, riesce anche a diminuire il grasso accumulato nel fegato.

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Germano Costa
Germano Costa
2025-09-28 14:24:47
Numero di risposte : 37
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Gli autori di questo studio hanno effettuato una ricerca sistematica nelle principali banche dati elettroniche medico-scientifiche, tra cui PubMed, Scopus, Web of Science e Google Scholar, fino al 30 ottobre 2017, per individuare le evidenze corrispondenti ai criteri di inclusione. La metanalisi dei dati di quattro studi ha indicato che l’assunzione di preparati a base di tè verde esplica effetti significativi sulle concentrazioni ematiche di alanina aminotransferasi (-12,81 U / L, IC 95%: da -18,17 a -7,45) e aspartato aminotransferasi (-10,91 U / L; IC 95% da -19.66 a -2.17). Un effetto positivo del tè verde è stato osservato anche sull’indice di massa corporea (-2,08 kg/cm2, IC 95%: da -2,81 a -1,36), sui livelli di trigliceridi (-31,87 mg/dl, IC 95%: -40,62 a -23,12 ), colesterolo totale (-27,57 mg/dl; IC 95%: -36,17 -18,98) e colesterolo LDL (-14,15 mg/dl; IC 95%: -23,69 a -4,60); nessun effetto significativo è stato rilevato sulle concentrazioni ematiche del colesterolo HDL (7,41 mg/dl, IC 95%: -1,49 a 16,30) e sul modello omeostatico per la stima della resistenza insulinica (-4,06, IC 95%: -10,22 a 2,09). Da questa revisione sistematica con metanalisi degli studi disponibili sull’azione del tè verde in questo ambito si riscontrano quindi potenziali benefici della supplementazione di Camellia sinensis sul fegato grasso non alcolico.
Rosita Orlando
Rosita Orlando
2025-09-28 12:58:56
Numero di risposte : 19
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I prodotti commerciali contenenti dosi elevate di EGCG hanno mostrato un significativo potenziale epatotossico. Le catechine del tè verde potrebbero essere in grado di legarsi a determinati farmaci, influenzandone le proprietà farmacocinetiche e farmacodinamiche. Recentemente un interessante caso di epatite autoimmune associato all’assunzione di tè verde è stato segenalato al nostro sistema di farmacovigilanza e fitovigilanza. La combinazione di questi prodotti alle dosi assunte dalla signora ha determinato in pratica un aumento della concentrazione dei farmaci, i quali hanno finito per interagire in maniera patologica con alcune proteine del fegato, causando in ultima analisi lo sviluppo di una epatite autoimmune. Il tè verde ha ridotto la Cmax del nadololo dell’85,3% e l’area sotto la curva del farmaco dell’85,0%.

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