Dopo la pandemia, serve un cambio di passo per migliorare la qualità dell’apprendimento, ridurre le disuguaglianze nell’accesso alla conoscenza, contrastare con fermezza la dispersione scolastica che, acuita dai lockdown e dalla prolungata chiusura delle scuole, è diventata un’emergenza in molte aree del nostro Paese.
Ora abbiamo un’occasione unica, che non va sprecata: cambiare davvero il sistema scolastico italiano.
Garantire una copertura omogenea di servizi per la prima infanzia almeno al 60%, su tutto il territorio nazionale.
Estendere l’obbligo di istruzione dai 3 ai 18 anni, per garantire benefici educativi fin dalla prima infanzia, contrastare l’aumento dei Neet constatato dopo la pandemia, e incidere positivamente sull’occupazione femminile, ancora drammaticamente bassa in molte aree del nostro Paese, in cui la cura dei figli nella prima infanzia è appannaggio quasi esclusivo delle donne.
Rimodulare il calendario scolastico: riduzione dei mesi di vacanze estive, da 3 a 2, permettendo così di contrastare l’abbandono e di mantenere quella rete di educazione e protezione sociale fondamentale in tanti contesti periferici e marginali del nostro Paese.
Garantire il tempo pieno, che ha ricadute positive dal punto di vista cognitivo su bambini/e e ragazzi/e, e permette di contrastare il rischio di dispersione scolastica e povertà educativa.
Introdurre un dirigente del “tempo extra-scuola”, incaricato del potenziamento dell’offerta formativa e dell’organizzazione di attività extracurricolari, in collaborazione con il Terzo Settore.
Potenziamento dell’educazione civica: una revisione dei curricula scolastici per potenziare gli insegnamenti di educazione civica seguendo alcuni pilastri tematici che includano non solo Costituzione e diritto, ma anche Sviluppo sostenibile, Cittadinanza digitale ed educazione alla cittadinanza globale.