Chi può essere accompagnato in ospedale?

Furio Barbieri
2025-06-30 00:02:54
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: 4
Servizio di accompagnamento in ospedale
Sempre più spesso i pazienti insicuri arrivano in ospedale senza un accompagnatore.
Per le persone la visita e le relative formalità sono molto stressanti.
In alcuni casi devono anche sopportare lunghi tempi di attesa.
Il servizio di accompagnamento in ospedale ha l‘obiettivo di accompagnare questi pazienti nei reparti senza stress e di semplificare le formalità allo sportello.
Soprattutto i pazienti anziani, in attesa di cure non urgenti, sviluppano un senso di impotenza e abbandono.
Il servizio di accompagnamento al pronto soccorso si occupa di queste persone e delle loro esigenze e fa da tramite con il personale ospedaliero.

Ninfa Marino
2025-06-29 23:36:58
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: 5
Possono fare richiesta:
Il paziente sottoposto alla prestazione;
I familiari, parenti o affini che hanno accompagnato/assistito il paziente: genitore, figlio, marito/ moglie, convivente ecc.
Il legame di parentela dovrà essere autocertificato dall’interessato tramite sottoscrizione del modulo, sotto la propria responsabilità.
I familiari, parenti o affini che accompagnano i pazienti all’effettuazione di prestazioni sanitarie o che li assistono, possono richiedere al personale incaricato della struttura in cui si svolge la prestazione, l’attestazione di accompagnamento, assistenza, per gli usi consentiti dalla legge.

Filomena De rosa
2025-06-29 22:12:39
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: 4
Un paziente che soggiorna in un istituto di cura ha diritto all’assistenza e alla consulenza per tutta la durata della sua degenza.
Può ricorrere al sostegno dei familiari o di una persona esterna e mantenere il contatto con la famiglia e gli amici.
Su espressa richiesta del paziente, una persona ad esso vicina o un accompagnatore esterno può assisterlo nelle pratiche legate alla sua ospedalizzazione o al suo ricovero.
L’accompagnatore esterno offre al paziente i propri consigli e un sostegno morale e umano.
Esso può contribuire a colmare un’assenza di relazioni sociali, in particolare se il paziente non riceve alcuna visita dalla propria cerchia familiare e di conoscenti / amici.
L’accompagnatore esterno può aiutare il paziente nelle sue scelte e assisterlo nelle pratiche legate alla sua ospedalizzazione o al suo ricovero.
Non può però sostituirsi a lui nelle scelte e non può in nessun caso rappresentarlo.
Quando una persona è ricoverata a scopo di assistenza, ha il diritto di far capo a una persona di fiducia di propria scelta, che l’assisterà durante il proprio soggiorno.
Si possono ricevere visite di chiunque durante il soggiorno in un istituto di cura.
Sì, a meno che vi siano controindicazioni mediche gravi, un paziente può ricevere visite da tutte le persone che desidera vedere nelle ore previste per le visite, per tutta la durata del soggiorno in un istituto di cura.

Elisa Giuliani
2025-06-29 20:38:56
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: 2
Alla prima visita è ammessa, di norma, la presenza di un unico genitore o del legale rappresentante, salvo eccezioni e deroghe di seguito riportate. Nel caso specifico del minore straniero privo di rappresentanti legali con o senza permesso di soggiorno, la prestazione può essere erogata in presenza di un accompagnatore adulto, autorizzato dal tutore legale o comunque dalla struttura di accoglienza. Il/i genitore/i o il legale rappresentante o altro adulto autorizzato sono tenuti a identificarsi con un documento di identità. In deroga a quanto espresso, la prestazione può essere erogata al minore stesso, anche in assenza di genitore accompagnatore, per i seguenti casi: Prestazioni per la tutela della procreazione consapevole, Prestazioni per l'interruzione volontaria della gravidanza, Prestazioni per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, Prestazioni per l'accertamento di abuso, Prestazioni per gli accertamenti diagnostici / trattamenti terapeutici in caso di tossicodipendenza. È obbligatoria la presenza di entrambi i genitori per le seguenti prestazioni specifiche: Perizie neuropsichiatriche, Vaccinazioni, Prestazioni per l’accertamento di HIV, Prestazioni per indagini genetiche. Fanno eccezione i minori con tutore legale, per i quali sarà quest’ultimo a presenziare ed eventualmente a firmare il consenso e i minori stranieri privi di legali rappresentanti, per i quali sarà l’accompagnatore autorizzato dal tutore e/o dalla struttura di accoglienza a presenziare ed eventualmente a firmare il consenso.

Ciro Serra
2025-06-29 20:27:07
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: 1
In alcuni casi, il medico può essere accompagnato da un infermiere, un farmacista, un medico tirocinante o una combinazione di professionisti sanitari.
I pazienti possono chiedere al medico una stima dell’intervallo di 1-2 ore in cui aspettarsi la visita.
Avere una qualche idea del momento in cui il medico passerà può essere utile se parenti o amici desiderano essere presenti.
I familiari possono essere di aiuto nell’assistenza in ospedale, ma devono coordinarsi con il personale ospedaliero per renderla il più efficace, sicura ed efficiente possibile.
I pazienti possono chiedere al medico una stima dell’intervallo di 1-2 ore in cui aspettarsi la visita.
Avere una qualche idea del momento in cui il medico passerà può essere utile se parenti o amici desiderano essere presenti.
richiedere la presenza di parenti e amici durante la visita (specialmente quando una persona non è in grado di comunicare o comprendere la situazione a causa di demenza o un altro disturbo grave)
affidare a un parente il ruolo di tenere informati gli altri parenti e gli amici di ciò che avviene, in modo che il medico o gli altri membri del team ospedaliero non debbano ripetere le stesse informazioni
In alcuni casi, il medico può essere accompagnato da un infermiere, un farmacista, un medico tirocinante o una combinazione di professionisti sanitari.

Enrica Ruggiero
2025-06-29 18:28:38
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: 3
È fatto divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso (DEA/PS), salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto e fatta eccezione per gli accompagnatori dei pazienti in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, che possono altresì prestare assistenza anche nel reparto di degenza nel rispetto delle indicazioni del direttore sanitario della struttura.
Al comma 5 per la prima volta si riconosce all'accompagnatore la possibilità di prestare assistenza in ospedale alla persona con disabilità.
Bene gli specifici segnali di attenzione inseriti nelle nuove misure previste nel nuovo Dpcm sull’emergenza Covid-19 tra cui la possibilità per gli accompagnatori delle persone con disabilità di poterle assistere anche nei reparti di pronto soccorso e di degenza delle strutture ospedaliere.
Per troppi mesi le persone con disabilità e i loro familiari hanno dovuto fare i conti con la paura del ricovero, vivendo l’angoscia di un possibile – e talvolta reale – abbandono.
Ho chiesto al Governo di intervenire, considerando il prezioso ruolo del caregiver che assicura alla persona con disabilità assistenza e sostegno, nel quadro di un rapporto di reciproca conoscenza, confidenza ed affidamento unico ed insostituibile.
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