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Posso accompagnare una persona al Pronto Soccorso?

Terzo Conti
Terzo Conti
2025-09-12 17:18:25
Numero di risposte : 31
0
Gli ospedali hanno recepito il decreto ammettendo la presenza di un solo caregiver accanto alla persona con disabilità, nei pronto soccorso, dove l’assistente è obbligato a sottoporsi al test antigenico come il paziente. La presenza di un accompagnatore può essere limitata nel tempo. La presenza di un accompagnatore è possibile solo in casi del tutto eccezionali. La presenza di un accompagnatore è possibile se il paziente ha gravi disabilità cognitive. La presenza di un accompagnatore è possibile in base all’organizzazione degli spazi e alla discrezionalità del primario e del direttore sanitario.
Yago Marino
Yago Marino
2025-09-04 17:28:39
Numero di risposte : 29
0
È fatto divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso. L'eccezione riguarda gli accompagnatori dei pazienti in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità. Gli accompagnatori dei pazienti in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità possono altresì prestare assistenza anche nel reparto di degenza nel rispetto delle indicazioni del direttore sanitario della struttura.

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Caterina Gatti
Caterina Gatti
2025-08-25 03:56:39
Numero di risposte : 28
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Nelle aree di attesa del Pronto Soccorso è concesso l'accesso di un accompagnatore per paziente. E’ sempre garantita la permanenza degli accompagnatori/caregiver di minori, disabili gravi (ai sensi dell’art. 3, comma 3, Legge 104/1992), paziente allettato, presenza di barriere linguistiche.
Benedetta Giordano
Benedetta Giordano
2025-08-16 08:12:45
Numero di risposte : 22
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Gli accompagnatori avranno la possibilità di assistere i pazienti in pronto soccorso o nelle strutture ospedaliere. È fatto divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso, salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto e fatta eccezione per gli accompagnatori dei pazienti in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, che possono altresì prestare assistenza anche nel reparto di degenza nel rispetto delle indicazioni del direttore sanitario della struttura. Al comma 5 per la prima volta si riconosce all'accompagnatore la possibilità di prestare assistenza in ospedale alla persona con disabilità. Bene gli specifici segnali di attenzione inseriti nelle nuove misure previste nel nuovo Dpcm sull’emergenza Covid-19 tra cui la possibilità per gli accompagnatori delle persone con disabilità di poterle assistere anche nei reparti di pronto soccorso e di degenza delle strutture ospedaliere. Per troppi mesi le persone con disabilità e i loro familiari hanno dovuto fare i conti con la paura del ricovero, vivendo l’angoscia di un possibile – e talvolta reale – abbandono. Ho chiesto al Governo di intervenire, considerando il prezioso ruolo del caregiver che assicura alla persona con disabilità assistenza e sostegno, nel quadro di un rapporto di reciproca conoscenza, confidenza ed affidamento unico ed insostituibile.

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Roberta Conte
Roberta Conte
2025-08-16 08:01:21
Numero di risposte : 24
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In Pronto Soccorso, la permanenza nella sala d’attesa è consentita ad un solo visitatore, genitore per quanto concerne i minori, familiare, caregiver o amministratore di sostegno per i pazienti di età >65 anni, per pazienti allettati o barellati. Tali accompagnatori o caregiver devono indossare mascherina. per gli accompagnatori/caregiver di utenti/pazienti fragili con condizioni clinico-socio-assistenziali di particolare impegno e in cui il paziente trova particolare guadagno in compliance assistenziale e terapeutica dalla presenza di tale figura è consentito l’ingresso nella sala dopo la eventuale stabilizzazione delle condizioni cliniche .
Renzo Messina
Renzo Messina
2025-08-16 04:27:03
Numero di risposte : 27
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Ogni paziente potrà essere quindi accompagnato al triage da un solo parente o familiare. Gli altri dovranno eventualmente aspettare nella nuova sala d’attesa dedicata, posta all’ingresso del Pronto soccorso. Dopo aver assegnato il codice colore di accesso, l’infermiere di triage valuterà se la persona rientri nelle categorie che hanno sempre diritto ad avere accanto un accompagnatore: minori, gravide e puerpere, utenti con disabilità motorie o disturbi dello spettro autistico, con disabilità intellettive o sensoriali, con problematiche psichiatriche o comportamentali, non autosufficienti e fragili e utenti con evidente barriera linguistica. Altri familiari dei pazienti saranno invece invitati ad accomodarsi nella sala d’attesa dedicata e potranno seguire le fasi di presa in carico attraverso due monitor installati nell’area. Gli accompagnatori ammessi accanto ai pazienti saranno riconoscibili grazie a un braccialetto colorato.

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Tommaso Sartori
Tommaso Sartori
2025-08-16 04:25:34
Numero di risposte : 24
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Servizio di accompagnamento in ospedale Sempre più spesso i pazienti insicuri arrivano in ospedale senza un accompagnatore. Il servizio di accompagnamento al pronto soccorso si occupa di queste persone e delle loro esigenze e fa da tramite con il personale ospedaliero. Il pronto soccorso è il punto di contatto centrale per tutte le emergenze, 24 ore su 24. Soprattutto i pazienti anziani, in attesa di cure non urgenti, sviluppano un senso di impotenza e abbandono. Il servizio di accompagnamento in ospedale ha l‘obiettivo di accompagnare questi pazienti nei reparti senza stress e di semplificare le formalità allo sportello.
Neri De Santis
Neri De Santis
2025-08-16 03:14:53
Numero di risposte : 30
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È fatto divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso, salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto. L'articolo 11, del nuovo Dpcm per la prima volta riconosce al caregiver la possibilità di prestare assistenza in ospedale alla persona con disabilità. Eccezione per gli accompagnatori dei pazienti in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, che possono altresì prestare assistenza anche nel reparto di degenza nel rispetto delle indicazioni del direttore sanitario della struttura.

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Aldo Moretti
Aldo Moretti
2025-08-06 00:00:53
Numero di risposte : 27
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Nel nuovo DPCM del 3 marzo è stato stabilito che gli accompagnatori potranno assistere i pazienti con disabilità in pronto soccorso ed in ospedale. L'articolo 11 del nuovo DPCM: "È fatto divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso (DEA/PS), salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto e fatta eccezione per gli accompagnatori dei pazienti in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, che possono altresì prestare assistenza anche nel reparto di degenza nel rispetto delle indicazioni del direttore sanitario della struttura". Al comma 5 per la prima volta si riconosce all'accompagnatore la possibilità di prestare assistenza in ospedale alla persona con disabilità. "Bene gli specifici segnali di attenzione inseriti nelle nuove misure previste nel nuovo Dpcm sull’emergenza Covid-19 tra cui la possibilità per gli accompagnatori delle persone con disabilità di poterle assistere anche nei reparti di pronto soccorso e di degenza delle strutture ospedaliere." Per troppi mesi le persone con disabilità e i loro familiari hanno dovuto fare i conti con la paura del ricovero, vivendo l’angoscia di un possibile – e talvolta reale – abbandono. Ho chiesto al Governo di intervenire, considerando il prezioso ruolo del caregiver che assicura alla persona con disabilità assistenza e sostegno, nel quadro di un rapporto di reciproca conoscenza, confidenza ed affidamento unico ed insostituibile. Per questo ringrazio il presidente Draghi e il ministro Speranza per la sensibilità dimostrata.
Maddalena Mariani
Maddalena Mariani
2025-07-31 10:23:45
Numero di risposte : 35
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Gli ospedali hanno recepito il decreto ammettendo la presenza di un solo caregiver accanto alla persona con disabilità, nei pronto soccorso, dove l’assistente è obbligato a sottoporsi al test antigenico come il paziente. La risposta arriva col DPCM del 2 marzo 2021, che per la prima volta riconosce al caregiver la possibilità di prestare assistenza in ospedale alla persona con disabilità – purché grave e accertata ai sensi della Legge 104 – anche a quasi un anno di distanza. La faccenda si è complicata perché il comma 5 dell’articolo 11 del decreto, parlando di “accompagnatori” e non di “assistenti” o “caregiver”, di fatto ne limita la presenza nel tempo. Non tutte le strutture ammettano l’accompagnatore accanto al ricoverato con disabilità per tutta la durata del ricovero, che ciò è possibile o necessario in casi del tutto eccezionali. Le associazioni per la tutela dei diritti delle persone con disabilità e dei malati di Alzheimer chiedono di convertire l’articolo 11, comma 5 in un decreto legge che non crei limiti temporali alla presenza dei caregiver accanto alle persone con disabilità ricoverate negli ospedali, nonché l’istituzione di un Codice Blu 118 che consenta ai caregiver di salire sulle ambulanze con le persone con disabilità cognitive.
Hector Palumbo
Hector Palumbo
2025-07-21 09:26:02
Numero di risposte : 20
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Il servizio di accompagnamento in ospedale ha l‘obiettivo di accompagnare questi pazienti nei reparti senza stress e di semplificare le formalità allo sportello. Il pronto soccorso è il punto di contatto centrale per tutte le emergenze, 24 ore su 24. Soprattutto i pazienti anziani, in attesa di cure non urgenti, sviluppano un senso di impotenza e abbandono. Il servizio di accompagnamento al pronto soccorso si occupa di queste persone e delle loro esigenze e fa da tramite con il personale ospedaliero.
Antonina Villa
Antonina Villa
2025-07-15 10:55:34
Numero di risposte : 35
0
Ogni paziente potrà essere quindi accompagnato al triage da un solo parente o familiare. Gli altri dovranno eventualmente aspettare nella nuova sala d’attesa dedicata, posta all’ingresso del Pronto soccorso. Dopo aver assegnato il codice colore di accesso, l’infermiere di triage valuterà se la persona rientri nelle categorie che hanno sempre diritto ad avere accanto un accompagnatore: minori, gravide e puerpere, utenti con disabilità motorie o disturbi dello spettro autistico, con disabilità intellettive o sensoriali, con problematiche psichiatriche o comportamentali, non autosufficienti e fragili e utenti con evidente barriera linguistica. Altri familiari dei pazienti saranno invece invitati ad accomodarsi nella sala d’attesa dedicata e potranno seguire le fasi di presa in carico attraverso due monitor installati nell’area. Gli accompagnatori ammessi accanto ai pazienti saranno riconoscibili grazie a un braccialetto colorato.
Eufemia Donati
Eufemia Donati
2025-07-10 04:17:51
Numero di risposte : 18
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Nelle aree di attesa del Pronto Soccorso è concesso l'accesso di un accompagnatore per paziente. E’ sempre garantita la permanenza degli accompagnatori/caregiver di minori, disabili gravi, paziente allettato, presenza di barriere linguistiche. È possibile la presenza di un accompagnatore/caregiver nel caso in cui il paziente ricoverato ne abbia necessità. È consentito l'accesso ai reparti di degenza ai visitatori esterni nell'orario di visita previsto dal Reparto. A tutti i lavoratori, gli utenti, gli accompagnatori e i visitatori rimangono fortemente raccomandate accurate misure di controllo della fonte con persone che presentano sintomi respiratori.
Laura Milani
Laura Milani
2025-06-29 15:53:26
Numero di risposte : 29
0
In Pronto Soccorso, la permanenza nella sala d’attesa è consentita ad un solo visitatore, genitore per quanto concerne i minori, familiare, caregiver o amministratore di sostegno per i pazienti di età >65 anni, per pazienti allettati o barellati. Tali accompagnatori o caregiver devono indossare mascherina. per gli accompagnatori/caregiver di utenti/pazienti fragili con condizioni clinico-socio-assistenziali di particolare impegno e in cui il paziente trova particolare guadagno in compliance assistenziale e terapeutica dalla presenza di tale figura è consentito l’ingresso nella sala dopo la eventuale stabilizzazione delle condizioni cliniche.