Il paziente con la glicemia deregolata deve sempre prestare attenzione all’assunzione di bevande stimolanti, sia amare che zuccherate, in particolar modo se a base di caffeina.
La caffeina ha un effetto modulatorio sull’asse ormonale dello stress, favorendo una maggiore liberazione di glucosio nel sangue.
In un ridotto numero di pazienti patologici, il caffè può peggiorare la situazione agendo sui meccanismi di regolazione del metabolismo.
La caffeina è in grado di aumentare il rilascio di cortisolo e di catecolammine, ormoni che vengono secreti normalmente ogni giorno secondo ritmi piuttosto precisi, e svolgono molteplici funzioni importanti per la sopravvivenza e regolazione metabolica.
Se il soggetto è sotto stress o necessita di energia, il caffè favorisce il rilascio di glucosio.
In un soggetto sano questo effetto è irrilevante, mentre nel paziente con iperglicemia costante, potrebbe peggiorare la condizione di per sè già anomala.
Il caffè amaro, assunto dopo un pasto completo, ha un impatto minore sulla glicemia rispetto a chi lo assume a digiuno, in quanto, al termine della digestione, la glicemia sarà fisiologicamente abbassata dall'insulina.
Ogni assunzione di zucchero, che siano carboidrati semplici o complessi, provoca un incremento della glicemia.
Se allo zucchero aggiungiamo lo stimolo della caffeina, ovviamente le cose peggiorano.
Il modo migliore per assumere il caffè è amaro e a stomaco pieno.