È stato un inverno lungo e pesante, quello passato: i medici di famiglia ricordano ancora le sale d’attesa piene, le chiamate notturne, i bambini con la febbre alta ed i nonni che faticavano a riprendersi. Per moltissimi italiani, la scorsa stagione influenzale è stata una delle più dure degli ultimi decenni. Secondo i dati ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità, nel nostro paese più di 16 milioni hanno contratto sindromi influenzali, una soglia mai superata finora: più di un quarto della popolazione si è ammalato almeno una volta. A gennaio, nel cuore dell’inverno, si sono toccati picchi di oltre 17 casi ogni mille assistiti: numeri che hanno intasato i pronto soccorso ed aumentato la pressione sulle terapie intensive. Non era solo l’influenza: a peggiorare il quadro si sono aggiunti virus respiratori come RSV, rhinovirus e persino nuove ondate di SARS-CoV-2, che hanno reso la stagione passata un banco di prova per il sistema sanitario. Quello che colpisce non sono solo i numeri, ma la rapidità con cui i contagi sono esplosi.