L’efficienza e la necessità di tali allenamenti è molto specifica, anche se in non poche situazioni ci si può trovare effettivamente ad aver bisogno di essi.
Per approcciarsi al mondo dell’allenamento funzionale è importante tenere in considerazione la soggettività dell’individuo.
Non è corretto utilizzare l’allenamento collettivo di funzionalità globale.
Per prima cosa perché, come abbiamo detto, assemblare un gruppo di soggetti diversi, con diverse caratteristiche e necessità, è controproducente in quanto richiederebbe di adattare una routine comune a tutti, cosa sbagliata e sconveniente per alcuni soggetti, come i professionisti.
In secondo luogo, rendere globale la funzionalità vuol dire standardizzare le capacità di fitness a livello sia muscolare che articolare: anche questo è sbagliato ma anche rischioso.
È importante ricordare che il margine di miglioramento va considerato per chiunque, indipendentemente dal livello di partenza e dagli obiettivi mirati; ma non si possono ignorare i limiti di ogni soggetto, sui quali è difficile lavorare sia che si tratti di un soggetto sedentario ma anche se si ha a che fare con uno sportivo.
Questo genere di esercizio è effettivamente funzionale per, davvero pochi, tipi di atleti, probabilmente solo per gli arrampicatori.
Invece, per la natura e lo scopo di questi allenamenti, sarebbe appropriato andare a comprendere la motivazione della scarsa funzionalità del gesto alla base della trazione, dell’adduzione ed estensione dell’omero e della flessione dell’avambraccio.
Infatti, nonostante l’allenamento proposto in progressione per poter aumentare le potenzialità, se non ci si rende conto della ragione per cui questo movimento non riesce appieno all’atleta, allora non sarà nemmeno funzionale lo sforzo e l’impegno messi in atto nello svolgere gli esercizi.