La narrazione ha un elevato potenziale pedagogico e didattico, soprattutto per i nativi digitali.
Oggi più che mai, saper raccontare delle storie può consentire agli studenti, sin dalle prime fasi di sviluppo, di discernere ciò che è reale da ciò che è virtuale.
La creazione di alcune storie può essere usata per affrontare tutte le discipline, oltre a quelle letterarie, la matematica, le scienze, l’arte, la tecnologia, la geografia, la storia, la musica e l’educazione fisica.
Grazie allo storytelling, è possibile sviluppare il potenziale dello studente come discente autonomo, permettergli di acquisire la consapevolezza del proprio processo di apprendimento e impiegare strategie come la pianificazione, la formulazione di ipotesi, l’autovalutazione.
La costruzione di storie prevede un confronto e una collaborazione di tutti gli studenti del gruppo classe e consente quindi il riconoscimento dell’altro, del suo valore e del suo ruolo all’interno del costrutto narrativo finanche della vita reale.
Lo storytelling a scuola favorisce l’immedesimazione nei personaggi creati e una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni, il che significa crescita personale, rafforzamento dell’identità individuale ma anche di gruppo.
Il conflitto in classe spesso porta a livelli estremi di bullismo e cyberbullismo, per questo, l’introduzione di tale metodo di confronto tra pari può aiutare a superare le forme di discriminazione e violenza verbale molto diffuse in ambiente scolastico.
Lo storytelling viene scoperto, infatti, come strumento comunicativo in grado di captare le attenzioni degli individui attraverso la storia, l’intreccio e la tensione narrativa; di fidelizzare il pubblico e di trattenere l’ascolto grazie a degli ingranaggi narrativi.
La scoperta sensazionale è stata questa: il cervello umano è in grado di sintetizzare l’informazione a livello multisensoriale, ma soprattutto quando questa gli viene presentata in forma narrativa.