La dieta ormonale, o dell’assimilazione, è un regime alimentare volto a correggere gli squilibri ormonali alla base di patologie o eccessi ponderali, scegliendo gli alimenti giusti in base alle proprie caratteristiche.
Un calo degli estrogeni, evento tipico della menopausa, porta infatti ad avere un fisico “a mela”, cioè con accumolo del grasso nella parte superiore del tronco.
Al contrario, più estrogeni fanno sviluppare un fisico “a pera”, per cui con accumulo di grasso nei fianchi, nelle cosce e nei glutei.
Tuttavia, non è solo questione di estrogeni e testosterone, infatti vengono coinvolti in questo complesso equilibrio anche: Insulina: quando eccessiva favorisce l’aumento di peso;
Glucagone: controparte dell’insulina, favorisce il calo di peso;
Cortisolo: noto per essere l’ormone dello stress, è responsabile di accumulo e localizzazione addominale del grasso.
Le molecole ormonali risultano a loro volta condizionate dal vostro profilo genetico.
Per questo motivo, una volta inquadrato il profilo genetico è possibile individuare bersagli terapeutici e scelte nutrizionali a misura del vostro DNA.
È il caso della dieta ormonale, particolarmente adatta laddove l’analisi del vostro DNA ne richiedesse la concreta attuazione.
Tale metodo favorisce il raggiungimento del traguardo finale, l’auspicato calo di peso, e agevola la sua successiva stabilizzazione.
Per quanto riguarda alcune caratteristiche pratiche della dieta ormonale, essa è una dieta frazionata in cinque momenti-pasto, senza spuntini nel dopocena, così da favorire l’omeostasi glicemica e i corretti livelli di insulina e glucagone.
Gli elementi pratici, poi, consistono in:
Cibi integrali e non raffinati;
Introduzione di alimenti che favoriscano la sensibilità dei recettori verso la leptina, come pesce e uova;
Carboidrati, che nel complesso devono rappresentare il 51% della dieta, nella prima parte della giornata.
Proteine, che devono rappresentare il 20% della dieta, sia a pranzo sia a cena, prevalentemente sotto forma di proteine vegetali.
Lipidi per una quota totale del 29%;
Colazione per lo più salata;
Verdura cruda finemente tagliata a inizio pranzo, e verdura cotta a inizio cena;
Ordine dei piatti finalizzato al controllo della sensibilità insulinemica, ad esempio consumando verdura e proteine prima del pasto che apporta i carboidrati.