Io vengo da una famiglia di sportivi, ma nessun tennista.
Fare sport quindi a casa mia è sempre stato normale, il modo migliore per imparare ad affrontare la vita ma come ripeto nessun tennista prima di me;
L'estate stava finendo, io avevo 7 anni appena compiuti e quell'autunno mio padre mi iscrisse al corso SAT di un piccolo circolo vicino casa seguendo il consiglio di quel Maestro.
Quindi nel mio caso posso dire che è stato il tennis a scegliere me, ma è anche vero che da allora non ho più potuto farne a meno.
Amo il tennis?
Certamente si, come tutti quelli che lo praticano: se non lo ami con tutto te stesso questo maledetto sport non lo puoi sopportare nemmeno per un paio d'anni.
A 10 anni fui preso a pallate da un 35enne, un energumeno serie C che ebbe la "gentilezza d'animo" di servire le prime a tutta e chiudere sistematicamente la risposta su ogni mia timida battuta (e si giocava sul cemento!) ma uscendo in lacrime da quel campo capii che quello era il mio habitat, era ciò di cui avevo bisogno per sentirmi completo: un avversario più forte da inseguire per dimostrare a me stesso che potevo essere ogni giorno migliore, per questo perdere non mi è mai pesato perchè l'obbiettivo era giocare meglio, tirare più forte, correre più veloce.
Gli stimoli li trovavo dentro di me, mai in qualcosa di esterno.
Perchè alla fine mi rendo conto che è una cosa che sfugge al nostro controllo.
Perchè come dice sempre il mio grande amico (che alcuni conoscono con lo pseudonimo de “Il Nano”) possiamo parlare fino a domani di quanto non ci va di giocare e di far partite, di quanto ormai non abbiamo più voglia di gareggiare, di faticare.. ma poi alla fine lo sappiamo bene che se ci fanno rodere il culo oggi come 15 anni fa:“Noi siamo sempre quelli che parliamo parliamo ma quando c'è da giocare sul serio fanculo tutto e tutti, si fa la borsa e si va in campo a sputar sangue come sempre!”