La frequenza cardiaca media universale non esiste e ogni esperienza è personale.
Per comprendere al meglio le sfumature legate al concetto di frequenza cardiaca media in esecuzione, abbiamo chiesto aiuto a due esperti che ci hanno spiegato come fare a determinare qual è l’intervallo ideale.
Esistono due calcoli veloci per capire la frequenza cardiaca massima: uno più grezzo, che consiste nel togliere la tua età al numero 220, uno più accurato, che consiste nel moltiplicare la tua età per 0,7 e poi sottrarre il risultato dal numero 207.
Dopo aver calcolato la frequenza cardiaca massima, puoi calcolare quella ideale, che varia in base all’allenamento che stai facendo.
La stima si aggira più o meno intorno ai 135 bpm.
Una persona molto allenata tende ad avere una frequenza cardiaca più alta, ma non è sempre così.
Durante una gara è normale vedere il proprio battito cardiaco alzarsi così tanto.
La ricerca scientifica sul tema è piuttosto scarsa: c’è uno studio del 1993 sulle donne runner, pubblicato sull’International Journal of Sports Medicine, che ha scoperto che durante una 8K le frequenze cardiache sono salite oltre i 173 bpm per oltre il 70% della gara.
Le zone 1, 2 e 3 sono zone a bassa frequenza cardiaca e sono perfette per aumentare la resistenza del corpo, rinforzando le fibre muscolari.
Le zone 4 e 5, sono quelle ad alta frequenza, perfette per mantenere un ritmo più veloce più a lungo.
Per essere un atleta migliore, è consigliabile migliorare su tutti questi fronti e di conseguenza di variare spesso la frequenza cardiaca, anche - se possibile - durante lo stesso allenamento.