Per ora, lo studio è stato fatto sui topi da laboratorio, ma i ricercatori sono fiduciosi di poter proseguire con la sperimentazione anche sulle persone. Se è vero infatti che l’inattività può provocare l’indebolimento dei muscoli e delle ossa, lo è anche che l’esercizio contribuisce a prevenire questa fragilità aumentando la forza muscolare e promuovendo contemporaneamente la formazione ossea. L’attività fisica, tuttavia, ha dei limiti: non può essere proposta a pazienti che soffrono di malattie neuro-degenerative e cerebrovascolari o sono già costretti a letto. In questi casi la terapia farmacologica potrebbe fare la sua parte. I ricercatori hanno così scoperto che il locamidazolo arriva con successo nel flusso sanguigno, senza effetti collaterali. E con diversi vantaggi: Siamo stati felici di scoprire che i topi trattati con LAMZ mostravano fibre muscolari più larghe, più forza muscolare, un tasso più elevato di formazione ossea e una minore attività di riassorbimento osseo. Il prossimo passo sarà scoprire se questi risultati sono traducibili anche negli esseri umani, senza effetti collaterali dannosi che potrebbero non essere stati osservati nello studio sugli animali. Se così fosse, una pillola che offre i benefici dell’attività fisica potrebbe arrivare sul mercato da qui a pochi anni. Ma, attenzione: gli scienziati avvertono che se è possibile che un farmaco possa sostituire l’attività fisica in alcune persone, l’esercizio deve comunque restare la prima scelta per chi ha la possibilità di essere fisicamente attivo. Ad oggi, nessuna pillola magica può restituirci tutti i benefici dell'attività fisica.