Cosa si intende per sport inclusivo?

Sirio Fabbri
2025-07-31 09:22:11
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Lo sport inclusivo non nasce come una sostituzione degli sport speciali per soli disabili, ma nasce come un’opzione, in cui il disabile è libero di scegliere se praticare l’uno o l’altro.
L’inclusione però, non è solo accogliere tutti, ma anche costruire dei percorsi che valorizzano tutti.
Non si tratta di mettere tutti dentro e basta, perché i disabili potrebbero essere esclusi da dentro, ad esempio:
Questo si chiama rischio della normalizzazione, cioè chi si avvicina alla norma viene valorizzato, mentre i deboli vengono schiacciati.
L’altro rischio che potrebbe accadere è quello opposto, cioè dell’assistenzialismo, dove si valorizzano i più deboli e si trascurano i più bravi, i quali non possono giocare al massimo delle loro possibilità perché devono assistere i più deboli.
È necessario organizzare l’attività per far sì che sia i disabili sia i normodotati possano contare gli uni per gli altri; non è solo stare tra gli altri, ma è anche fare con gli altri e contare per gli altri.
Includere nelle attività sportive dei normodotati, anche persone disabili, è una chiave di successo a livello metodologico e didattico per poter offrire un intervento valido per un pubblico più ampio.
Un esempio di sport inclusivo è il People Olympics, il Baskin e il Rafroball.
L’inclusione è cercare qualcosa che rispetti la dignità e valorizzi le capacità di tutti: sia disabili che normodotati.
Diversificando i ruoli, cioè attribuire i ruoli adatti alle capacità reali di ciascuno;
Modificando le regole di uno sport già esistente oppure inventare uno sport completamente nuovo.
Cambiare la regola è necessario per rendere il livello dei giocatori equo e il gioco accessibile a tutti.
L’inclusione nello sport: l’esempio del Baskin
Il Baskin trae origine dal basket e ne mantiene lo scopo del gioco, cioè segnare più canestri della squadra avversaria.
Ogni squadra è composta sia da giocatori disabili che non disabili, ciascuno dei quali è portato ad esprimersi al massimo delle sue capacità insieme ai compagni.
Possono partecipare sia persone con disabilità mentali, sia persone con disabilità fisiche, sia persone senza nessun tipo di disabilità.
Le squadre sono miste anche dal punto di vista del sesso e dell’età.
Tutto ciò è possibile grazie ad un ingegnoso sistema di regole, pensato per adattarsi ai giocatori.
Il ruolo è assegnato in base alle capacità personali e ciò permette ad ognuno di esprimere il meglio di sé garantendo di poter essere determinante per il risultato finale.
Esistono cinque ruoli di gioco: il ruolo 5 è un soggetto con ottime capacità motorie;
il ruolo 4 è un soggetto con buone capacità motorie, che non ha familiarità con la pallacanestro, può essere sia normodotato che disabile;
il ruolo 3 è un soggetto con alcune difficoltà motorie che comunque gli consentono di correre lungo il campo fermando il palleggio, di gestire i passaggi e il tiro, per esempio può avere una menomazione fisica o la sindrome di down;
i ruoli 1 e 2 infine sono i pivot, sostano nell’area laterale e attendono che un compagno di squadra riesca a superare la difesa avversaria ed entrare nell’area per portargli la palla.
A questo punto il gioco si ferma e il pivot tira al canestro laterale.
Il pivot ha ridotte capacità motorie, per esempio può avere una disabilità che lo vincola a stare seduto, o potrebbe essere un soggetto autistico con difficoltà a gestire le dinamiche in campo.

Kayla Montanari
2025-07-31 08:34:09
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Lo sport è molto più di un’attività fisica: è un potente strumento di integrazione sociale, crescita personale e benessere psicofisico. Per le persone con disabilità, rappresenta una straordinaria opportunità di superare barriere, sviluppare competenze e sentirsi parte di una comunità. Da qui l’importanza di diffondere modelli di sport inclusivo, capaci di coinvolgere attivamente le persone con fragilità e di promuovere la loro partecipazione. La creazione di centri sportivi inclusivi, l'investimento in impianti accessibili e la formazione di istruttori capaci di lavorare con atleti con disabilità sono alcune delle soluzioni pratiche per lo sport inclusivo nei terriri. Inoltre, programmi di sport adattato, come attività su misura per diverse esigenze, dalle discipline individuali a quelle di squadra, possono favorire l’educazione sportiva inclusiva già nei primi anni di vita.