Quale normativa regola la raccolta fondi a fini di beneficenza?

Vittorio Messina
2025-07-25 15:24:09
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La raccolta fondi è definita per la prima volta a livello giuridico nell’art. 7 del Codice del Terzo Settore come il complesso delle attività ed iniziative realizzate da un Ente del Terzo settore, anche in forma organizzata e continuativa, al fine di finanziare le proprie attività di interesse generale.
Il finanziamento delle attività di interesse generale può avvenire attraverso diverse modalità come a titolo esemplificativo la richiesta a terzi di lasciti, donazioni e contributi di natura non corrispettiva.
La raccolta fondi deve essere rendicontata secondo le disposizioni generali di bilancio.
Nel caso specifico delle raccolte pubbliche di fondi, gli Enti del Terzo settore non commerciali devono inserire all’interno del rendiconto o del bilancio un rendiconto specifico nel quale devono risultare, anche a mezzo di una relazione illustrativa, in modo chiaro e trasparente, le entrate e le spese relative a ciascuna delle celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione.
La raccolta pubblica di fondi, è una speciale categoria di raccolta fondi che si caratterizza per l’occasionalità.
Viene quindi definita raccolta pubblica di fondi la raccolta effettuata in occasione di celebrazioni, campagne di sensibilizzazione e ricorrenze realizzate anche offrendo al sovventore beni di modico valore e servizi.
La raccolta fondi è il complesso delle attività ed iniziative poste in essere da un Ente del Terzo settore al fine di finanziare le proprie attività di interesse generale, anche attraverso la richiesta a terzi di lasciti, donazioni e contributi di natura non corrispettiva.

Cleopatra Rossi
2025-07-25 14:34:14
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Per le associazioni che intendono finanziarsi, uno dei modi più comuni per raccogliere denaro è organizzare una raccolta pubblica di fondi.
Per tutti gli enti associativi l'articolo 143 del T.U.I.R. prevede la non tassabilità dei fondi pervenuti grazie a raccolte pubbliche occasionali, svolte anche mediante vendita di beni di modico valore o di servizi a favore di coloro che fanno delle offerte.
L'esclusione di questi fondi dall'imposizione tributaria è subordinata alle seguenti condizioni: deve trattarsi di iniziative occasionali, cioè svolte sporadicamente durante l'anno; la raccolta di fondi deve avvenire in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione; i beni ceduti durante la raccolta fondi devono essere di modico valore.
Tale attività è stata più precisamente normata per le associazioni sportive dilettantistiche, tramite una legge che specifica che non concorrono a formare il reddito imponibile i proventi realizzati tramite raccolta pubblica di fondi, se il numero di eventi organizzati non è superiore a due all'anno e l'importo dei fondi raccolti non è superiore al limite massimo di 51.645,00 euro.
Tale norma potrebbe essere applicata per analogia anche agli altri enti associativi.

Aroldo Palumbo
2025-07-25 13:20:26
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La normativa prevista per le raccolte fondi rappresenta una precisa regolamentazione e normativa relativa alle raccolte fondi che indica delle precise regole che riguardano la figura che può procedere all’organizzazione e alla realizzazione della raccolta fondi, gli obblighi previsti dalla legge e i benefici.
La normativa in questione si può trovare all’interno del decreto legislativo 460/1997 all’interno del quale vi è la disciplina relativa alle raccolte fondi realizzate da enti non commerciali al fine di ottenere un sostegno attraverso il quale questi ultimi possono procedere allo svolgimento della loro attività e dunque al perseguimento di un determinato obiettivo sociale prefissato ed indicato all’interno del loro statuto.
Per quanto concerne la realizzazione della raccolta fondi, la legge prevede che non debbano essere necessariamente gli enti non commerciale a procedere all’organizzazione della raccolta.
Ciò che infatti è importante ai fini di legge è che tali enti siano i beneficiari di tutti i fondi raccolti nell’evento in questione.
Un’ulteriore aspetto previsto e regolamentato all’interno della normativa in questione concerne i benefici fiscali: tutti i fondi raccolti non sono in alcun modo soggetti a IVA o ad altro tributo locale o statale.
E’ necessario tuttavia che tu sappia che tali benefici si possono applicare solo nel caso in cui la raccolta fondi presenti delle determinate qualifiche e caratteristiche.
In primo luogo, è necessario che la tua raccolta fondi sia pubblica ovvero che possano contribuire in modo attivo tutti coloro i quali hanno avuto modo di venire a conoscenza della suddetta manifestazione.
E’ inoltre necessario che la suddetta raccolta presenti il carattere della occasionalità, in sostanza la legge prevede che tale attività non debba costituire la principale attività svolta dall’ente non commerciale che provvede alla sua realizzazione.
La legge prevede inoltre il riconoscimento dei benefici fiscali anche nell’ipotesi in cui la raccolta fondi venga realizzata all’interno di un determinato evento o di una celebrazione particolare come ad esempio la festa patronale.
Per quanto concerne gli obblighi previsti dalla legge in relazione alle raccolte fondi uno dei primi obblighi si riscontra nella rendicontazione.
Ebbene, la legge ed in particolare il decreto 600/1973 prevede l’obbligo di rendicontazione della raccolta fondi in modo specifico e separato rispetto al classico rendiconto annuale dell’ente non commerciale.
Nell’ipotesi in cui nel corso di un anno vengano realizzate molteplici raccolte fondi per ciascuna di questi dovrà essere redatto un apposito rendiconto.
Secondo quanto stabilito dalla legge è necessario redigere il rendiconto necessariamente entro quattro mesi che decorrono dalla chiusura dell’esercizio ed è inoltre necessario procedere alla sua conservazione all’interno degli appositi libri contabili per un periodo stabilito dalla legge in almeno dieci anni.
All’interno della rendicontazione relativa alla raccolta fondi devono essere indicate in modo analitico tutte i costi e i ricavi relativi al suddetto evento.