:

Che cos'è la dieta sostenibile?

Neri De Santis
Neri De Santis
2025-10-23 17:45:54
Numero di risposte : 30
0
Una dieta sostenibile comprende tutte quelle abitudini alimentari che concorrono a una maggiore tutela della salute personale, alla salvaguardia dell’ambiente, alla riduzione della filiera produttiva, al rispetto dei lavoratori e al risparmio economico. Ridurre carne e grassi saturi, bilanciare i nutrienti ed evitare cibi eccessivamente raffinati in favore di una cucina ricca di cereali e vegetali è il primo passo per una dieta più sana. La sostenibilità è un tema cruciale e lo sarà per i decenni a venire. Acquistare frutta e verdura di stagione è un’abitudine semplice da seguire, che aiuta a salvaguardare la biodiversità e che consente di mangiare cibi più ricchi di nutrienti e privi di tutte quelle sostanze che possono rivelarsi necessarie per mantenere le coltivazioni in serra. Anche ridurre il consumo di carne rossa è un passo importante per la tutela dell’ambiente.
Artes Coppola
Artes Coppola
2025-10-23 17:36:45
Numero di risposte : 30
0
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) definisce l'alimentazione sostenibile come “un'alimentazione a ridotto impatto ambientale che soddisfa le linee guida nutrizionali dal punto di vista economico, dell'accessibilità e dell'accettabilità culturale”. Alimentazione e sostenibilità, d’altronde, sono strettamente connesse, perché a causa di alcuni fattori come la deforestazione, l’allevamento intensivo degli animali, l’occupazione del terreno, le catene di approvvigionamento, gli imballaggi e lo spreco, aumentano le emissioni nocive e vengono compromessi gli ecosistemi acquatici, marini e terrestri. Basti pensare che il 14,5% delle emissioni di gas ad effetto serra è rappresentato dal metano prodotto dagli allevamenti di animali volti a soddisfare la domanda legata al consumo della carne. Acquisire una maggiore consapevolezza e agevolare il cambiamento per trasformare il modo in cui produciamo e consumiamo, adottando un’alimentazione sostenibile che non solo tuteli l’ambiente e preservi il futuro, ma contribuisca anche alla salute del nostro organismo. Un’ottima soluzione allora è quella di ridurne il consumo trovando delle alternative. Ad esempio, un piatto di legumi, imparare a cucinare tofu e tempeh, cimentarsi e sperimentare, mangiare vegetale ci fa uscire dalla nostra confort zone in cucina ma vedrai le soddisfazioni non mancheranno. La nostra azienda è nata nel 2014 proprio con l’obiettivo di coniugare alimentazione sana e tutela dell’ambiente. In Ambrosiae lavoriamo con passione per produrre snack e prodotti con ingredienti naturali, vegetali, biologici e gustosi, lavorati in modo innovativo, senza cotture e il più delicatamente possibile per garantire e preservare i nutrienti di cui sono naturalmente ricchi, ma anche ridurre l’impatto ambientale.

Leggi anche

Qual è la dieta più sostenibile?

La sostenibilità è un tema cruciale e lo sarà per i decenni a venire: una dieta sostenibile, quindi, Leggi di più

Come posso mangiare in modo sostenibile?

Ridurre carne e grassi saturi, bilanciare i nutrienti ed evitare cibi eccessivamente raffinati in fa Leggi di più

Monia De Angelis
Monia De Angelis
2025-10-23 15:15:20
Numero di risposte : 38
0
Un’alimentazione sostenibile deve però anche essere anche conciliabile con il benessere psicofisico e sociale degli individui. Secondo studi recenti, ridurre la propria impronta ecologica è però possibile anche senza passare a una dieta completamente vegana dall’oggi al domani. Per esempio, uno studio pubblicato su Nature evidenzia che sostituendo solo il 10% dell’introito calorico quotidiano proveniente da manzo e carne processata con frutta, verdura, frutta secca, legumi e pesce selezionato potrebbe offrire sostanziali miglioramenti della salute e il 33% di riduzione della carbon footprint della dieta. La stessa rivista ha pubblicato uno studio che stima un 70% in meno di impatto ambientale complessivo per la dieta vegana rispetto a una dieta onnivora, includendo quindi non solo per la carbon footprint, ma anche per gli altri indicatori. È importante notare, però, come lo stesso studio evidenzi che non tutte le diete onnivore sono uguali: se il consumo di carne è pari o inferiore a 350-500 g a settimana, l’impatto diventa simile a quello di una dieta vegetariana, ovvero la metà di quello di una persona onnivora che consuma in media 100 g di carne al giorno o più. Il punto di partenza ottimale per è il cambiamento di poche e piccole abitudini per volta, cercando nuovi piatti e alimenti da introdurre nella propria routine alimentare: una buona occasione per farlo è il Veganuary, l’iniziativa che promuove la sperimentazione di un’alimentazione vegetale nel mese di gennaio e che riempie il web e i social media di idee e ricette per mangiare più vegetale.