Cultura, organizzazione e mindset sono i tre pilastri.
Il progetto viene sviluppato in base alla tipologia di risposta che ci viene data.
I passaggi successivi sono il lavoro sui tre aspetti di change management visti prima, poi si deve sicuramente lavorare sulla parte più “infrastrutturale” (tecnologia e policy) e sul ripensamento dei luoghi e degli spazi di lavoro, e anche questo è un punto importante su cui ragionare.
Alla base di tutto c’è un tema di cultura aziendale: lo smart working non funziona senza fiducia.
Un secondo elemento è la dimensione organizzativa perchè lo smart working cambia la logica con cui si comunica, si organizza il lavoro e si pianificano le attività: serve molta responsabilità del singolo, che deve essere capace di definire cosa conviene fare in modalità smart e cosa no.
La terza dimensione è relativa al mindset, all’attitudine che hanno le persone a lavorare in modalità smart e all’attitudine dei capi a gestire e valutare le persone sulla base di obiettivi ed esercitare la leadership in modalità smart.