Quando mangiamo, tutti i nostri sensi sono coinvolti, pertanto è fondamentale che la nostra mente sia ben allenata per affrontare questo viaggio sensoriale.
Il tutto inizia con la vista che ci permette di riconoscere il cibo solo dopo che l’informazione è stata mandata alla corteccia visiva attraverso il nervo ottico, e da lì alla corteccia frontale del cervello.
Gli occhi, inoltre, permettono di definire la forma, la dimensione, il colore ecc.
In seguito, quando tocchiamo il cibo, le milioni di cellule nervose specializzate e i recettori sensoriali della pelle vengono attivati dalla temperatura, dalla pressione e dalla vibrazione.
Qui, riusciamo a raccogliere le informazioni riguardo la consistenza e la temperatura del cibo, i quali vengono poi trasmesse al cervello, andando a stimolare il desiderio o il rifiuto verso quel determinato alimento.
Anche l’udito, ha una sua parte in questo viaggio sensoriale.
Infatti, il rumore del cibo sia quando lo tocchiamo sia quando lo mangiamo verrà preso dall’orecchio esterno e mandato a quello interno tramite il timpano ed una serie di ossicini.
Poi, il cervello identifica il rumore in base al volume, tono e tipo.
Una volta identificato il rumore, il cervello inizierà ad accendere un’altra sua area associata al desiderio.
Ad ogni modo, nel momento in cui l’alimento entra in bocca, ecco che si attivano i recettori situati sulla lingua e sul palato, che percepiscono la categoria di sapore, inviando tale informazione al cervello che a sua volta ci dice di che tipo di cibo sia, ci dice il suo sapore e se continuare o no a mangiarlo.
Ecco come i vari sensi che s’intrecciano tra loro, permettono di amplificare l’intera esperienza a tavola dal momento in cui la vivanda è servita, fino a quando la ingeriamo.