Nella maggior parte dei pazienti la perdita di olfatto e gusto è parziale e si risolve nell’arco di qualche settimana.
Tra i trattamenti maggiormente raccomandati c’è l’addestramento all’olfatto: ai pazienti vengono dati da annusare campioni di sostanze dall’odore forte, invitandoli a cercare di identificarli, con l’obiettivo di indirizzare il ripristino della segnalazione olfattiva.
Tuttavia, il metodo sembra funzionare solo con le persone che hanno una perdita parziale dell’olfatto.
Un’altra possibilità terapeutica è il plasma ricco di piastrine, ricavato dal sangue dei pazienti e ricco di sostanze biochimiche che potrebbero indurre la guarigione.
Uno studio dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino ha dimostrato che stimolando l’area prefontale del cervello è possibile determinare il recupero del senso dell’olfatto.
Tra i trattamenti farmacologici più promettenti per ridurre la neuroinfiammazione, che si pensa possa essere all’origine della perdita dell’olfatto, ci sarebbe anche PEALut (palmitoiletanolamide co-ultramicronizzata con Luteolina), un ultramicrocomposito antineurofiammatorio e insieme antiossidante, in grado di riparare il danno neuronale, è promettente per alleviare i sintomi neurocognitivi e promuovere il recupero olfattivo come dimostrato dallo studio pubblicato su European Review of Medical and Pharmacological Science.
La molecola è, infatti, in grado di intervenire sul processo neuroinfiammatorio modulando l’azione delle cellule non-neuronali e l’effetto dello stress ossidativo grazie all’azione antiossidante della luteolina.
I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry.