La destinazione d’uso di un immobile può essere reperita tramite diversi strumenti amministrativi e tecnici.
Ecco le principali fonti:
Visura catastale: fornisce informazioni sull’inquadramento catastale dell’immobile, utile per conoscere la destinazione d’uso attribuita.
Regolamenti urbanistici comunali: ogni Comune ha un proprio Piano Regolatore Generale (PRG) che definisce le destinazioni d’uso delle aree e degli edifici.
Certificato di destinazione urbanistica (CDU): documento ufficiale che dichiara la destinazione urbanistica di un terreno o di un immobile, reperibile presso l’ufficio tecnico comunale.
Il Certificato di Destinazione d’Uso (CDU) è un documento che attesta l’uso previsto per un immobile o un terreno in base al Piano Regolatore Comunale.
È necessario presentare una domanda all’ufficio preposto nel Comune in cui si trova l’immobile.
Di solito è richiesto un modulo standard con i dati dell’immobile.
Generalmente è necessaria una visura catastale, una planimetria e il pagamento di eventuali diritti di segreteria.
Il certificato viene rilasciato entro 30 giorni dalla presentazione della domanda, a seconda del Comune.
La destinazione d’uso catastale si riferisce alla classificazione che il Catasto attribuisce a ogni immobile in base alla sua funzione.
La destinazione d’uso urbanistica è definita dai Piani Regolatori Comunali ed è strettamente legata alle politiche territoriali e urbanistiche.
A differenza della destinazione catastale, che è principalmente fiscale, quella urbanistica regola l’utilizzo legale dell’immobile.
La destinazione urbanistica si basa su leggi e regolamenti locali, mentre quella catastale è regolata dall’Agenzia delle Entrate.
Ecco un elenco completo delle principali destinazioni d’uso, sia catastali che urbanistiche:
Residenziale: Utilizzo per abitazioni private.
Commerciale: Negozi, ristoranti, uffici.
Industriale: Fabbriche, laboratori industriali.
Agricola: Terreni agricoli e immobili per l’agricoltura.
Turistico-alberghiero: Hotel, bed & breakfast, strutture ricettive.
Pubblico: Scuole, ospedali, edifici religiosi.
Deposito e magazzino: Aree dedicate allo stoccaggio di merci e materiali.
Sportivo e ricreativo: Parchi, impianti sportivi.
L’Agenzia delle Entrate fa una distinzione tra magazzino e deposito.
Pur sembrando simili, vi sono differenze chiave:
Magazzino (C/2): Spazio utilizzato per conservare merci in ambito commerciale o industriale.
È un’unità immobiliare destinata prevalentemente a supportare attività economiche.
Deposito: Indicato per lo stoccaggio temporaneo di beni o materiali senza una destinazione specifica per il commercio immediato.
Spesso si tratta di spazi annessi ad altre unità, come negozi o industrie.