La figura del socio è in linea con quella di qualsiasi altro ente associativo, egli difatti è il soggetto che vuole entrare a far parte della compagine in quanto sposa finalità, obiettivi e principi del sodalizio.
Il socio sarà quindi chiamato ad adempiere ai doveri stabiliti dallo statuto dell’ente oltre che dalla normativa vigente, e gli saranno riconosciuti i diritti sempre specificati negli atti ufficiali.
Un soggetto che entra a far parte di una ASD, assumendo la qualifica di socio, sicuramente sarà animato da sentimenti di trasporto nei confronti della disciplina sportiva praticata da tale ente, ma la sola qualifica di socio non gli permette di usufruire delle tutele legate alla pratica di tale sport.
Il socio volendo riassumere quanto sopra esposto, partecipa attivamente alla vita, gestione e organizzazione dell’associazione sportiva dilettantistica ma non è titolato a praticare in maniera agonistica lo sport da essa promosso, non potrà partecipare a gare e competizioni e non risulterà essere coperto a livello assicurativo in caso di svolgimento dell’attività sportiva.
Al contrario il soggetto tesserato sigla un legame sia con l’associazione che con l’organismo sportivo di riferimento al quale è affiliata l’associazione, con il solo intento di svolgere l’attività sportiva promossa da quella ASD, partecipare alle competizioni e gare ed essere quindi coperto anche dall’assicurazione in caso di eventuali infortuni.
Il tesserato non potrà però partecipare alla vita associativa, quindi non sarà chiamato ad esprimere proprio parere in merito alla gestione della ASD, egli potrà unicamente praticare lo sport da essa promosso.
È ovvio che le due figure possano coesistere, nel caso in cui un tesserato voglia anche entrare a far parte della compagine associativa potrà anche presentare la domanda per essere ammesso come socio ed esercitare quindi pieni diritti e doveri che tale qualifica porta con sé.