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Quante tasse si pagano per affittare una stanza?

Vera Moretti
Vera Moretti
2025-07-15 22:00:39
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Quanto si paga di tasse sull’affitto? In linea di massima è più conveniente scegliere la cedolare secca, ma non è detto che sia la scelta migliore per tutti. La cedolare secca non consente di adeguare il canone e di portare in detrazione crediti fiscali. Tassazione ordinaria: Canone mensile 400 euro, totale anno 4.800 € base imponibile 95% = 4.560 su quest’importo, con un reddito fino a 28.000 euro, l’aliquota è del 23%; 4.560 x 23%= 1.049 euro; Se si sceglie il contratto concordato, con tassazione ordinaria, reddito 4.800 euro, base imponibile 95% 4.650 – 30% = 3.255 x 23%= 749 euro. Cedolare secca al 21%: Canone mensile 400 euro totale anno 4.800 euro, base imponibile 100%, 4.800 x 21% = 1.008 euro. Se si sceglie il contratto concordato in cedolare secca al 10%, reddito 4.800 euro, base imponibile 100%, 4.800 x 10% = 480 euro. Tassazione ordinaria: Canone mensile 600 euro totale anno 7.200 euro, base imponibile 95% = 6.840 su quest’importo, con un reddito compreso tra 28.000 e 50.000 euro, l’aliquota è del 35%; 6.840 x 35%= 2.394 euro; Se si sceglie il contratto concordato, con la tassazione ordinaria, reddito 7.200 euro, base imponibile 95% 6.840 – 30% = 4.788 x 35%= 1.676 euro; Cedolare secca al 21%: Canone mensile 600 euro totale anno 7.200 euro, base imponibile 100%, 7.200 x 21% = 1.512 euro. Se si sceglie il contratto concordato in cedolare secca al 10%, reddito 7.200 euro, base imponibile 100%, 7.200 x 10% = 720 euro. A parità di canone è evidente il vantaggio economico del contratto concordato in cedolare secca. È doveroso precisare che il canone concordato è soggetto ai parametri definiti a livello territoriale dalle associazioni di categoria, pertanto la valutazione sull’opportunità di scegliere se locare a canone libero o concordato va fatta caso per caso.
Emilia Cattaneo
Emilia Cattaneo
2025-07-15 20:27:01
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Prima di affittare un immobile, vi conviene chiedervi quanto pagherete di tasse su quello che incasserete, in modo da riuscire a capire se conviene o meno affittarlo. Il contratto d’affitto va registrato obbligatoriamente quando la locazione dura più di 30 giorni e richiede due tributi: Imposta di registro che è pari al 2% sul valore del canone annuo di affitto e che va moltiplicato per tutte le annualità previste dal contratto. Può essere versata in un’unica soluzione o diluita annualmente, e ricalcolata in base alla rivalutazione annuale degli indici Istat. Imposta di bollo da versare al momento della registrazione, per ogni copia del contratto e al costo di 16 euro ogni 4 facciate. Il reddito che proviene dal canone dell’immobile affittato confluisce nel totale dei redditi percepiti che rappresentano l’imponibile Irpef su cui viene calcolata l’imposta da pagare. L’Irpef varia a seconda dell’ammontare del reddito complessivo e, di conseguenza, l’aliquota per calcolare le tasse sull’affitto saranno tanto più alte quanto più alto sarà il reddito imponibile. Il nostro sistema contributivo prevede 5 scaglioni di reddito: Reddito fino a 15.000 euro: aliquota del 23% Reddito tra 15.001 e 28.000 euro: aliquota del 25% Reddito tra 28.001 e 55.000 euro: aliquota del 38% Reddito tra 55.001 e 75.000 euro: aliquota del 41% Reddito superiore a 75.000 euro: aliquota del 43% Quando è prevista un’aliquota ridotta al 10% per i contratti di locazione a canone concordato? Esistono dei casi in cui l’aliquota va calcolata al 10% per i contratti di locazione a canone concordato, ovvero quando le abitazioni sono ubicate: nei comuni con mancanza di disponibilità abitative (articolo 1, comma 1, lettere a) e b) del decreto legge 551/1988); nei comuni ad alta tensione abitativa, secondo il Cipe.
Luigi Morelli
Luigi Morelli
2025-07-15 20:23:26
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Per effettuare la registrazione del contratto di affitto ci si può rivolgere all’Agenzia delle Entrate o accedere al sito dedicato. È richiesto, in questo caso, il pagamento dell’imposta di registro, pari al 2% del canone annuo. Una particolare modalità di registrazione del contratto di affitto di una stanza è quella con cedolare secca. Quest’ultima è un’imposta che sostituisce l’Irpef, l’imposta di bollo e di registro e le addizionali comunali e regionali. Il vantaggio è che si paga un’imposta sostitutiva corrispondente al 10% per i contratti di locazione a canone concordato e al 21% per i contratti di locazione a canone libero. Nel caso in cui si decida di utilizzare la cedolare secca, è necessario darne apposita indicazione al momento della registrazione del contratto.
Giorgio Serra
Giorgio Serra
2025-07-15 18:15:21
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Il regime della cedolare secca è una tassazione alternativa all'irpef, alle addizionali, all'imposta di bollo e all'imposta di registro. Tale regime si realizza con il pagamento di un imposta sostitutiva con aliquota pari al 10% o al 21% a seconda dei casi. È possibile optare per il regime della cedolare secca sui canoni di affitto anche quando la locazione riguardi solo una porzione dell'immobile, come ad esempio una stanza. In caso di locazione parziale di un immobile con più contratti diversi l'unico obbligo è quello di assoggettare la tassazione allo stesso regime. E' quindi obbligatorio scegliere per tutti i contratti la cedolare secca oppure la tassazione Irpef. In sede di dichiarazione dei redditi, si dovrà calcolare l'intero ammontare dovuto a titolo di cedolare, dopo aver compilato anche in questo caso più righi del quadro B sui redditi immobiliari, considerando che si tratta di contratti diversi su uno stesso immobile.
Baldassarre Palumbo
Baldassarre Palumbo
2025-07-15 18:09:34
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Nel sistema tributario italiano il canone d’affitto è considerato un reddito. Per questo motivo è dovere del proprietario di casa dichiararlo all'agenzia delle entrate. Se si intende affittare a terzi il proprio immobile, le tasse da pagare sull’affitto al Fisco sono imposte sul ricavato proveniente dall’affitto stesso. Il proprietario di casa, nel contratto di locazione, può scegliere tra due opzioni, che determinano che tipo di tassazione sarà da versare: la tassazione ordinaria o la cedolare secca.