Se assunta con regolarità, può diventare un valido aiuto nella modulazione del microbiota intestinale.
Gli acidi organici presenti nel Kombucha, come l’acido acetico, l’acido gluconico e glucuronico facilitano il processo di detossificazione grazie alla loro capacità di coniugarsi con tossine e inquinanti e solubilizzare, permettendone l’eliminazione dal corpo.
Il consumo di Kombucha contribuisce inoltre all’aumento dei Lactobacillus, microrganismi riconosciuti per la loro capacità probiotica e antinfiammatoria e di Mucispirillum, batteri la cui presenza è stata correlata con alti livelli di leptina.
Il Kombucha contiene più di 50 differenti varietà di microorganismi e, come già accennato, una buona quantità di composti fenolici, che tra le varie proprietà hanno anche quella di essere sostanze prebiotiche.
Concludendo, quindi, il Kombucha si dimostra in grado di attenuare lo stress ossidativo e l’infiammazione sistemica, ha proprietà ipoglicemizzanti, può aiutare nel controllo dei livelli di colesterolo ed è in grado di condizionare positivamente il microbiota intestinale.
Tutto ciò lo rende una bevanda che, se assunta con regolarità e in associazione a un cambio dello stile di vita, può diventare un valido aiuto sia nella gestione dell’obesità e delle sue comorbidità, che nella modulazione del microbiota intestinale.