Sovrappeso, dislipidemia, diabete, malattie intestinali o abuso di alcuni farmaci possono aumentare il carico di lavoro per il fegato che si trova cosí a immagazzinare più grassi del necessario.
Il grasso nel fegato può essere causa di infiammazione cronica e, in un ridotto numero di casi, la steatosi peggiora, con cicatrizzazione del tessuto.
In caso di diagnosi può essere sensato un controllo ecografico ogni 6 mesi, la biopsia è invece necessaria solo se il quadro evolve verso la cirrosi epatica.
E, in effetti, cuore e fegato di pari passo, lo hanno confermato anche alcuni risultati presentati allo scorso International Liver Congress di Londra: in uno studio francese dell’Université Pierre et Marie Curie di Parigi, coinvolgendo 5672 soggetti tra i 20 e i 75 anni di età, la steatosi non alcolica è risultata un fattore di rischio cardiovascolare indipendente, dimostrando un impatto sulla progressione di placche aterosclerotiche.
Le persone a rischio per il cuore sono le stesse che possono avere il rischio di steatosi.
Un paziente con patologia epatica da insulino-resistenza avrà lo stesso aumentato rischio di sviluppare un cancro al fegato e un problema cerebro-vascolare correlato alla malattia metabolica.